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Avv. Stefano Sbordoni "Il settore del gioco deve tornare alla normalità"

Secondo l'Avv. Stefano Sbordoni, segretario generale di U.T.I.S., "Con la riapertura servono scelte di responsabilità politica per riordinare immediatamente il comparto giochi assicurandogli omogeneità”.  

L'avv. Stefano Sbordoni, in una recente intervista ad Agimeg.it, è tornato sulla necessità di assicurare al settore giochi una pronta ripartenza dopo questo lungo periodo di lockdown dovuto all'emergenza covid19 ed un riordino normativo oramai improcrastinabile. “Il settore del gioco, con tutti i pro e contro, è un settore come un altro, una categoria merceologica svolta dallo Stato stesso, e come gli altri deve essere trattato nella normalità e non nell’eccezionalità relativa alle particolarità che si vogliono trovare per scopi politici o altro”, ha detto il noto legale segretario generale di U.T.I.S., il quale ha subito puntualizzato che, essendoci di norma dei precisi protocolli da rispettare, "non c’è prova che gli operatori del settore non li abbiano rispettati e che il rischio corso nel comparto del gioco sia superiore ad altri" e che, quindi, in assenza di prove in tal senso, questo settore "deve essere trattato con normalità". Secondo l'avv. Sbordoni "Le manifestazioni di piazza, le proteste, i comportamenti di esasperazione che abbiamo dovuto avere sono stati una reazione per ottenere quella normalità che deve essere pienamente riconosciuta" in quanto "L’aspetto sanitario nel caso dell’epidemia di Covid ha messo il settore in condizione di inferiorità rispetto ad altri". Per il noto legale, del resto, "è moralmente pessimo l’atteggiamento di sfruttare l’emergenza sanitario per ottenere vantaggi di tipo politico" poichè "esistono protocolli molto rigidi sin dall’inizio, con alti costi di attivazione, ma che sono stati sempre attuati" e "Non c’è prova che le attività di gioco abbiano rischi superiori rispetto ad altri comparti". In sostanza, la richiesta di cui si fa portavoce l'avv. Sbordoni a nome di tutto il settore giochi è solo quella di "normalizzazione e trattamento equiparato ad altri settori”. In merito alla riapertura delle attività di gioco in zone "bianche", l' avv. Sbordoni ha affermato che “Secondo la normativa governativa in essere, in zona bianca determinate attività commerciali che rientrano in determinati codici Ateco possono riaprire, tra cui anche le attività di gioco, prima della data prevista del 1° luglio" e che la conferma o meno da parte di un governatore regionale con un'ordinanza è solo un "atto discrezionale". Per il legale se anche ci dovesse essere un esercizio su migliaia non rispettoso i protocolli sarebbe un problema certmamente da risolvere, ma non criminalizzando l’intero settore. "Non vorrei", ha proseguito l'avv. Sbordoni, "che solo il comparto del gioco debba avere massima cautela, quando invece ha diritto di riaprire secondo la legge nazionale una volta che una data regione è entrata in zona bianca”. Sull' urgenza, infine, di una normativa nazionale di riordino del settore, l'avv. Sbordoni, nell'evidenziare che nessuno si vuole prendere responsabilità politiche e che sull’intesa Stato Regioni, ultimamente la giurisprudenza amministrativa ne ha sottolineato il valore non cogente, ha puntualizzato che "i giudici di merito devono capire però che quella che era una soluzione, seppur con alcuni difetti, andrebbe resa attuale, dando il rilievo che merita". Del resto, ha proseguito, "anche un cittadino a digiuno delle problematiche del settore, edotto degli effetti del distanziometro, capirebbe che non vi sono certezze giuridiche tutelate e sarebbe preoccupato, questo al di là del settore del gioco". Il noto legale ha voluto ribadire che il problema non è tanto il settore giochi in sè, ma "l’incertezza che a livello sociale generano situazioni contradditorie e assurde come quelle che vive il comparto". In conclusione, per l' avv. Sbordoni, con la riapertura "il riordino del settore dei giochi è assolutamente necessario, serve omogeneità”.

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