flag-itflag-en

Dettagli notizia

Sbordoni (seg. gen. Utis) ad Agimeg: "Dpcm violano garanzie costituzionali. Se apre un ristorante deve aprire anche una sala giochi, scommesse o bingo"

"Tutte queste norme e regolamenti a cascata non sono frutto di una valida legiferazione, ma di un patto sociale tra cittadini e Stato a fronte del quale una parte ha deciso di dare imposizioni e l'altra di rispettarle in quanto lo ritiene opportuno. A mio avviso tutti questi Dpcm violano serie garanzie costituzionali". Lo ha affermato l'avvocato Stefano Sbordoni, presidente dell’UTIS, nel corso della diretta facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sulla chiusura ancora almeno fino al 14 giugno di sale scommesse e bingo.

"Il rischio del contagio è un dato oggettivo, non riguarda la merceologia o il codice Ateco, quindi quando questo rischio è contenuto o vengono date disposizioni affinché non si propaghi o non sia particolarmente esteso, le regole valgono per tutti. Quindi se un ristorante può tenere le distanze, può farlo anche una sala bingo o una sala scommesse. Purtroppo da punto di vista giuridico si può fare poco, in quanto l'iter di impugnativa è complesso, deve passare per l'impugnativa di un'applicazione e non di una legge. Tutto ciò mi porta a un altro discorso: le regioni sono state investite di una competenza sulla attività di gioco pubblico, oggi quella competenza gli è stata tolta? Siamo arrivati a dover fare una conferenza Stato-Regioni per mettere d'accordo gli enti locali con le indicazioni del Governo sul gioco, altrimenti quelle del Governo non avevano valenza, oggi è il contrario, oggi le indicazioni le dà solo il Governo. Anche qui altro conflitto importantissimo, delle due l'una. Inoltre vi è sempre un attacco strumentale a chi difende il gioco". L'avvocato Sbordoni nota inoltre "che la giustizia competente per il tema del gioco è come se si adeguasse al diktat politico, mi è capitato di veder evitato il discorso giuridico, in aule di tribunali amministrativi ho notato come si sia evitato il discorso per tagliare corto con decisioni di poche parole e poco motivate. Questo è ancora più grave, questo fronte antigioco è andato a estendersi all'interno di alcune istituzioni negandone il senso". Parlando dei lavoratori delle sale gioco, Sbordoni ha affermato che "rifacendosi alla costituzione e alla normativa giuslavoristica, è il lavoratore a essere discriminato, in quanto viene licenziato perché quella certa attività non riparte, a differenza di altre. Ma le azioni di chiusura mascherate da tutela del gioco sono istigazione a delinquere, in quanto quegli spazi vengono riempiti subito da chi non si interessa della legge. Le stesse attività che il Governo pensa di reprimere, vengono svolte da qualcun altro al di fuori della legge".

Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi ed esperienza degli utenti. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.Maggiori dettagli