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Il Governo rischia di perdere la cassa del settore

A caccia del bando, abbiamo interpellato uno dei massimi esperti di sportsbetting in Italia, l'avvocato Stefano Sbordoni che, da sempre, si occupa di rapporti tra bookmaker e Agenzia delle dogane e dei monopoli e ne cura gli aspetti normativi.

Che fine ha fatto il documento della gara, insomma?
"Il Governo e i tecnici hanno lavorato sicuramente per predisporre il documento della gara pubblica ma tutto questo presuppone che quel famoso comma del decreto Dignità che parlava del riordino intero del settore del gioco pubblico, dovrebbe essere attuato. Ma il riordino non c'è, non si vede ancora".

Come andare avanti, quindi?
"Immagino che verrà scritta una norma specifica che potrebbe ricomprendere riordino del settore e bando di gara. Oppure ci ritroveremo 'da capo a dodici' con un evidente errore nel bilancio dove è stata inserita una precisa previsione di incasso su cui si fa affidamento ma che potrebbe venire a mancare. E allo stesso modo, infatti, un mancato riordino non permette a quelle previsioni di incasso di essere reali".

C'è, in effetti, una visione distorta del settore che sembra essere una "mucca" dalle infinite riserve ma che prima o poi non produrrà più nulla se si continua a mungerla senza senso: "I continui aumenti del prelievo erariale unico su slot e Awp consente, almeno nell'immediato, di poter fare quei calcoli sulle coperture che fanno quadrare il cerchio sui provvedimenti del Governo. Tuttavia negli uffici del Mef e in quelli della Camera e Senato non si è visto il passaggio relativo alla minore base d'imposta dovuta all'effetto delle normative locali e regionali. Invece è tutto collegato: devo fare una previsione sulla base impositiva perché se questa è stabile allora i conti tornano ma se si riduce, e lo scenario più probabile sembra essere questo, allora il gettito diminuirà in maniera pressoché inevitabile e salteranno i calcoli. E se la gara non verrà inserita in qualche norma con il riordino allora i problemi diventeranno ancora più seri".

Il Governo pensa di colpire chissà quale lobby ma il trucco ormai è stato svelato, giusto?
"Si abusa del termine in questione ma, o gli viene dato un senso compiuto o è un termine per confondere chi non ha le idee chiare. I grandi gruppi che operano nel settore saranno costrette a mettere mano sui margini peggiorando le condizioni della filiera. Se io costringo le grande aziende ad accorparsi lavorando su margini minori e più sulla finanza che sull'economia, a cascata creo effetti negativi sulla filiera. E questo si ripercuote su chi si intendeva proteggere, ossia i players e i giocatori problematici, andando contro la finalità iniziale".
Eppure si va avanti, su questa strada, e addirittura si asserisce esplicitamente che è stato il gioco e le sue tasse portate all'estremo a finanziare le due manovre bandiera del Governo gialloverde, reddito di cittadinanza e quota cento: "Chi si aspetta questi due provvedimenti e si basa sulle tasse sul gioco potrebbe trovare una brutta sorpresa. Come analizzavamo prima, se si continua a distruggere la base e non si comprende che i margini prima o poi non potranno più essere spostati o scaricati verso il basso, quei soldi verranno a mancare e dovranno prenderli da qualche altra parte", prosegue Sbordoni.

Andiamo avanti: ma il continuo regime di prorogatio non contravviene al Codice degli appalti che ne vieta l'utilizzo ripetuto?
"Qualcuno, prima o poi, alzerà la mano e dirà, adesso basta. La commissione Ue lo ha già fatto notare più volte. In questi ultimi anni si è ricorsi ad escamotage differenti ma di questo si tratta. Ed è un ostacolo all'ingresso di altri operatori che aspettano la gara mentre si mantiene uno status quo scaduto favorendo alcuni soggetti ed escludendone altri. Si sta generando uno squilibrio di concorrenza. E su questo si continua a discutere in Corte di Giustizia Europea da anni. Si continuano a mettere pezze per sostenere principi irrazionali e insostenibili dietro al proclama della lotta a qualsiasi forma di gioco. Poi ci si deve arrangiare con norme, 'normette', un'infinita sarabanda di contenziosi e situazioni disagevoli per tutti".

E per non farci mancare nulla c'è anche il divieto di pubblicità che contribuirà a peggiorare i margini di manovra di concessionari e agenzie e scommesse online: "È chiaro che se esiste un'attività concessa nella forma di servizio pubblico alla quale si legano degli effetti positivi e negativi, per avere contezza di questi e poterli favorire, arginare o combattere, io come cittadino devo essere informato e deve esserci una forma di comunicazione per gli operatori in grado di chiarire tutto questo. Sostenere che sia tutto vietato vorrebbe dire negare anche le campagne di cautela verso il gioco. Se non conosco il gioco autorizzato vengo esposto a tutto quello che è illegale e illegittimo. C'è da stare molto attenti", conclude l'avvocato Sbordoni.

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