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Convention Global Starnet, Sbordoni: "Il gioco va canalizzato in circuiti controllati, altrimenti si va verso l'illegalità"

ROMA - "Il gioco è un flusso che aumenta o diminuisce in funzione della popolazione e della disponibilità di denaro. Bisogna canalizzarlo in circuiti controllati, altrimenti andrà in qualche altra direzione". Lo ha detto Stefano Sbordoni, professore di Diritto tributario dei giochi, nel corso della Convention dei gestori Global Starnet "Le regole del gioco. Il settore a confronto".

Un concetto "molto semplice che potrebbe spiegare anche al vicepremier Luigi Di Maio, per fargli capire che il gioco non può sparire", ha ironizzato il moderatore Giuseppe Cruciani. "Il gioco è come un gas, che può essere compresso fino a un certo punto: quando rompiamo la cornice del gioco legale, è lì che nascono i fenomeni illeciti", ha concluso Sbordoni.
Per quanto riguarda il criterio delle distanze minime dai luoghi sensibili e della delocalizzazione, Sbordoni ha sottolineato che il distanziometro "è stato scelto per garantire la tutela della salute, un aspetto che è stato giudicato prevalente rispetto agli altri (come gli interessi imprenditoriali e le entrate erariali, ndr). Ma allora tutta la collettività dovrebbe beneficiarne". Tuttavia, ha concluso, "se si delocalizza per un bene superiore - posto che la delocalizzazione è un criterio sbagliato - tutti pagano un prezzo, che invece ora ricade solo su una categoria".

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