Giochi, Sbordoni (Utis): "Si deve ripartire dalla rete dei punti vendita: necessario dare un 'titolo', un riconoscimento agli esercenti"
In occasione dell'evento organizzato da Maurizio Ughi presso il Salone Margherita di Roma, il presidente Utis Stefano Sbordoni ha dichiarato: "Si parla di futuro del settore, e dunque non poteva esserci nome più giusto da dare alla giornata di lavori: 'Obiettivo 2016'. Proveremo a dare degli spunti di riflessione che speriamo possano aiutare a raggiungere questo obiettivo con soddisfazione di tutti, Stato, operatori, parti sociali", queste le dichiarazioni di Stefano Sbordoni, segretario generali dell’Utis, al forum "Non giochiamo con i giochi" organizzato mercoledì scorso da Obiettivo 2016.
"In questa sede – ha continuato – rappresento UTIS, un'associazione che è la sintesi delle vicende del settore: nasce nel 1952 per i Totoricevitori ed approda al 2015 per gli esercenti di gioco: il 'piedistallo' del settore, la base produttiva, e – scusate – quella insostituibile. E se la rete a terra rappresenta l’infrastruttura necessaria su cui regge il sistema gioco in Italia (anche per quelle ragioni geopolitiche che qualcuno non ha ben compreso), e questa rete è fatta di punti di vendita dove opera in ciascuno un'esercente di gioco, è da qui che si deve ripartire. Il resto viene di default. Maurizio Ughi ha parlato di passi. I passi devono portare a destinazione. Altrimenti diventano quello che gli inglesi chiamano "wandering", vagabondare.
La rete si è trasformata nel tempo crescendo male, non è stata 'educata', ha fatto 'wandering'. Peraltro da un po' di tempo in un clima troppo ostile. Il dibattito sociale è dovuto, lecito e giusto, ma deve essere costruttivo. Anche gli argomenti più scottanti hanno il diritto di essere trattati con lucidità e obiettività – questo è il compito di un governo – e non discriminati solo per il presunto 'disvalore'. Proviamo a vedere rapidamente alcuni aspetti relativi alla ristrutturazione della rete. La rete di vendita del gioco sul canale terrestre oggi è organizzata con un coacervo di norme e regolamenti, nella coesistenza di ben tre tipologie di concessioni per il gioco terrestre (Bersani 2006, Giorgetti 2009, Monti 2012) e a seguito dell'emersione fiscale (Legge n. 190/15) bisogna considerare anche la rete dei CTD/CED. La Corte di Giustizia Europea (sentenza 22 gennaio 2015 c-463/13) nel legittimare il sistema concessorio, ha lanciato all'Italia un'importante monito: riduzione del numero delle concessioni rilasciate, ovvero esercizio di un controllo più rigoroso sulle attività nel settore dei giochi pubblici. Possiamo riassumere i principi della delega fiscale: unitarietà e uniformità, sull'intero territorio nazionale, dell'organizzazione e gestione della rete di offerta di gioco pubblico; tutela dell'affidamento dei concessionari e degli ulteriori soggetti della filiera; tutela della concorrenza e non discriminazione. Quindi osserviamo tra i punti vendita il ruolo fondamentale dei corner nell'ambito della filiera di gioco. Gli esercizi generalisti secondari non possono essere tagliati fuori dalla raccolta di gioco. Il modello vincente è quello della persistenza del dualismo tra negozio e corner. Il punto di gioco (corner e negozio) è fondamentale come shop esclusivo dei giochi ADM pertanto come obiettivi per il futuro andrebbero considerati: un palinsesto a carico esclusivo del FSC; autonomia di gestione degli spazi all'interno dei punti vendita; possibilità per il punto di gioco di offrire tutti i prodotti autorizzati da ADM.
La proposta U.T.I.S per l'evoluzione del sistema è un titolo per l'esercente di gioco, un riconoscimento con oneri e onori, lapatente del gestore. Uno strumento che unisce la filiera, troppo spostata verso l'alto, mette in sicurezza la rete a terra, ed è di immediata percezione da parte dello Stato (verifiche; controlli; illegalità), dei consumatori e dei concessionari. Naturalmente il rilascio dovrebbe essere subordinato allapresentazione di requisiti soggettivi e dal conseguimento dell'idoneità professionale qualificata. Peraltro citando la norma: 'al fine di garantire la maggiore tutela degli interessi pubblici erariali, e di difesa della salute pubblica connessi alla gestione di esercizi di vendita di (gioco), tenuto conto altresì della elevata professionalità richiesta per l'espletamento di tale attività'. E questo comporta necessariamente la verifica dello stato di acquisizione dell’idoneità professionale”.