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La circolare e il moto perpetuo

Con una circolare inviata agli uffici regionali ed alle sezioni distaccate lo scorso febbraio, AAMS affila le armi per porre un freno alla raccolta illegale delle scommesse. La Direzione per i Giochi dell’Amministrazione, allegando un modello standard di querela-esposto, invita a “denunciare tutti i casi di attività non autorizzata alle competenti Procure e Questure, informando anche le Avvocature distrettuali dello Stato”.

Si legge nella circolare che “la legislazione italiana in materia di concessioni per la raccolta di giochi pubblici (con l’emanazione del cosiddetto decreto Bersani, ndr) si è conformata ai principi comunitari, eliminando qualsiasi preclusione alla partecipazione di soggetti esteri a tali procedure”. Pertanto non sussistono violazioni ai principi del Trattato Ue (libera prestazione di servizi e libertà di stabilimento), e per l’effetto sono anche venute meno le condizioni che comporterebbero la disapplicazione delle sanzioni penali (legge n. 401/89 e successive modifiche) nei confronti di soggetti privi di concessione. Qui AAMS sembrerebbe riconoscere per la prima volta che il precedente modello concessorio poteva essere viziato. L’attività dei CTD, secondo l’Amministrazione “lede sia gli interessi dei legittimi concessionari nazionali ed esteri, nei confronti dei quali effettuano anche concorrenza sleale, sia gli interessi erariali, in quanto gli esercizi in questione non provvedono al pagamento del prelievo previsto dalla legge”.

Secondo una comunicazione-denuncia inviata da alcuni concessionari all’Amministrazione successivamente alla circolare, la rete di affiliati dei bookmaker non autorizzati, è ben consolidata su tutto il territorio nazionale, ed effettua una raccolta superiore ai 500 milioni di euro annui che sfugge del tutto al controllo dell’Erario. Ma la circolare punta il dito anche su quelli tra i punti di commercializzazione che, invece di limitarsi a distribuire contratti di conto di gioco e ricariche per gli operatori autorizzati, con vari espedienti più o meno leciti, effettuano di fatto attività diretta di raccolta, in spregio al divieto di intermediazione, oltre che al codice penale ed alla legge 401/89. Secondo la circolare dell’Amministrazione questa attività, “è gravemente lesiva della missione istituzionale e degli interessi dell’Amministrazione in quanto, per scopi illeciti, utilizza i marchi e i loghi di AAMS finalizzati al contrasto della diffusione del gioco irregolare”.
Nella richiamata denuncia scritta dagli operatori, la raccolta derivante da detta attività, è data ad oltre il 15% della raccolta totale delle scommesse sportive (altri 500 milioni di Euro circa). Se immaginiamo la nuova rete pubblica di raccolta dei giochi come una cittadella le cui mura stanno per essere completate, sembra si sia avviata l’offensiva contro chi tenta di minarne la fondamenta sia da fuori che da dentro. La difesa della rete Bersani per Amministrazione ed operatori, ha forse un significato che va oltre il mero successo di un progetto: ed è quello della sussistenza di un sistema autonomo ed indipendente, dove sia possibile trovare – con tutte le difficoltà del caso – la stessa offerta del mercato libero. Che poi a ben vedere, di libero veramente v’è assai poco. Il campo di battaglia è ora piu che mai nelle aule di giustizia, ed è da lì che si uscirà vivi o morti (o forse solo feriti..). Mentre per l’attività dei CTD l’opportunità di un chiarimento potrebbe essere rappresentata da una prossima decisione della Corte di Cassazione, riguardo l’attività di commercializzazione anomala, sviluppata sulla base del solito equivoco normativo, i passaggi per giungere ad una organizzazione omogenea potrebbero essere due: la pronuncia del TAR (pross. ud. 7 maggio p. v.) nel ricorso proposto da alcuni operatori contro il decreto direttoriale del 25 giugno 2007, che ha modificato ed integrato il precedente decreto del 21 marzo 2006 relativo alla raccolta dei giochi (scommesse ippiche e sportive, lotterie, bingo) utilizzando tecniche di comunicazione a distanza; l’entrata in vigore del c. d. decreto telematico, la cui bozza è ora all’esame della Commissione Europea.

Ci aspetta dunque una primavera densa di avvenimenti, tra politica, norme e tribunali… a la guerre comme a la guerre.

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