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Il distacco delle 329 agenzie storiche

Il gioco pubblico su base ippica perderà dal 1° aprile p. v., giorno in cui verrà disposto il distacco dal collegamento del totalizzatore nazionale delle 329 agenzie c. d. storiche, oltre la metà (più precisamente il sessanta per cento) del suo potenziale di raccolta.

Ci vorrebbe un miracolo, oppure un atto di forza del ns esecutivo per garantire la sopravvivenza, almeno in questa primavera travagliata, della raccolta del settore ippico tra la crisi conclamata ed il conclave degli stati generali. Nella riunione dello scorso venerdì (27 marzo) del Consiglio dei Ministri non è stato adottato alcun provvedimento per impedire il distacco dal collegamento per le concessioni ippiche c. d. “storiche”. Fumata nera, che viene concretizzata dalla lettera partita da p. zza Mastai ed indirizzata ai 329 concessionari nella quale, ufficializzando il distacco delle agenzie ippiche storiche al termine del 31 marzo si legge che: ” Con sentenza del 13 settembre 2007 nella causa C-260/04, la Corte di Giustizia europea, Quarta Sezione, ha dichiarato e statuito che “la Repubblica italiana, avendo rinnovato 329 concessioni per l’esercizio delle scommesse ippiche senza previa gara d’appalto, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli artt. 43 CE e 49 CE, e in particolare ha violato il principio generale di trasparenza nonché l’obbligo di garantire un adeguato livello di pubblicità”. Al fine di dare attuazione alla predetta sentenza, l’articolo 4 bis, comma 2, del decreto legge 8 aprile 2008, n. 59, convertito con modificazioni della legge 6 giugno 2008, n. 101, ha disposto che “non oltre il 31 gennaio 2009, sono revocate le concessioni per la raccolta e accettazione di scommesse al totalizzatore nazionale, a libro e a quota fissa sui risultati delle corse dei cavalli, regolate dalla convenzione tipo approvata con decreto del Ministro delle finanze 20 aprile 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22 aprile 1999, come integrata dalla deliberazione del commissario straordinario dell’Unione nazionale per l’incremento delle razze equine (UNIRE) del 14 ottobre 2003, n. 107, allo stato ancora attive”. Tale disposizione, dapprima confermata dall’articolo 1-bis del d. l. n. 149 del 2008, è stata in seguito modificata dalla legge 22 dicembre 2008 n. 203, laddove l’articolo 2, comma 50, dispone “All’articolo 4-bis, del comma 2, del decreto legge 8 aprile 2008, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2008, n. 101, le parole: “e comunque non oltre il 31 gennaio 2009? sono sostituite dalle seguenti: “previo esperimento delle necessarie procedure di gara ad evidenza pubblica e comunque non oltre il 31 marzo 2009?. Quindi, visto e considerato che: la gara espletata ancora non ha prodotti i suoi frutti. Siamo ancora nella fase embrionale del controllo dei documenti della “busta A”. La Commissione di gara dovrà prendersi del tempo per esaminare in maniera dettagliata e puntuale tutta la documentazione prodotta da parte dei candidati; il termine individuato dalla menzionata legge finanziaria sembra essere un termine perentorio, domattina i 329 operatori del settore, che rappresentano la punta di diamante dell’ippica italiana, riceveranno sicuramente un bel pesce d’aprile. Eppure in questi giorni fonti autorevoli hanno invocato aiuto. Ed infatti il presidente dell’UNIRE ha inviato una lettera al Direttore generale dell’Aams e per conoscenza al Ministro delle politiche agricole, chiedendo di porre in essere tutte le iniziative atte a scongiurare il rischio di un’interruzione dell’attività delle 329 agenzie storiche. Certo, si deve anche tener conto che il 19 febbraio 2009 la Commissione europea ha inoltrato un nuovo richiamo al governo italiano constatando che le 329 agenzie storiche, contrariamente al termine di revoca previsto per il 31 gennaio 2009, erano invece ancora attive. Al nostro governo in quell’occasione furono concessi due mesi di tempo per conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia europea. Certo, le pressioni interne ed esterne sono importanti: resta il fatto che purtroppo i nuovi diritti non saranno mai attivati entro la prossima settimana e quindi, se non ci saranno ulteriori proroghe e/o interventi eccezionali, il mercato resterà orfano delle 329 concessioni che mantengono in vita il settore e che hanno contribuito a fare la storia dell’ippica.

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