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Suprema Corte di New York e fantasy games

In data 11 dicembre 2015 la Suprema Corte dello Stato di New York ha emesso un decreto d’ingiunzione contro due importanti operatori di fantasy games DraftKings e FanDuel, vietando loro di prendere giocatori da quello stato.

In data 6 ottobre 2015 il procuratore dello Stato di New York avviava un’indagine contro le due menzionate Società. A seguito delle conclusioni delle indagini sarebbe emerso che le operazioni condotte – anche a mezzo internet – dai due operatori, sarebbero potute essere classificate come connesse al gioco d’azzardo. In data 10 novembre 2015 l’ufficio del Procuratore di New York inviava una diffida alla due Società diffidandole dall’accettare nuovi clienti.

Solo nello Stato di New York al momento dell’emissione del provvedimento si stimavano circa 500mila giocatori attivi, cifra che poteva salire ad oltre 50milioni in tutto il Paese. La procura non sospendeva le attività dei portali delle due Società, ma vietava loro di accettare nuove puntate dai residenti nello Stato. Secondo il procuratore firmatario, le Società con i loro servizi volevano raggirare il divieto di gioco con denaro.

Già in data 13 novembre u.s. Fanduel si opponeva all’azione promossa dallo Stato di New York, sostenendo che la propria attività non era in contrasto con la legge dello Stato essendo i loro prodotti solo giochi di abilità. Anche l’altro operatore Draftking impugnava il provvedimento restrittivo. Dopo due diversi gradi di giudizio le Parti arrivano alla Corte Suprema, che per l’appunto emetteva il provvedimento dell’11 dicembre 2015.

Secondo lo Stato di New York i servizi offerti dalle Società che commercializzano i fantasy games violano le disposizioni dell’art. 1, paragrafo 9 della Legge Costituzionale dello Stato di New York ed anche le leggi penali 225.10 e 225.40. che vietano il gioco d’azzardo che si basa non sull’abilità dei giocatori (skill) ma solo sull’alea. La Suprema Corte dello Stato di New York nelle more della decisione definitiva – fino ad ora si è discusso una sorta di procedimento cautelare – ha intimato ai due operatori di non fornire i servizi ai clienti (“is temporarily enjoined and restrained from doing business in the State of New York, including accepting entry fees, wagers or bets from New York consumers in regards to any competion, game or contest run (…..)”). Ora è necessario attendere l’esito della causa che si preannuncia molto intensa e combattuta.

Il contraccolpo rischia di essere tremendo: in ballo non ci sono solo gli introiti diretti, ma anche i pesanti contratti di sponsorizzazione firmati con le principali squadre dello Stato, dai New York Giants di football americano ai Brooklyn Nets dell’Nba. Secondo alcuni, le due società potrebbero perdere dai 5 ai 20 milioni di dollari. Perché i fantasy games sportivi negli ultimi anni si sono trasformati da semplice gioco a vero e proprio business. Non mancano del resto i precedenti: già altri Stati, come Arizona, Iowa e Washington, avevano messo nel mirino i fantasy games. Il Nevada, ad esempio, senza proibirli ma inquadrandoli come “scommesse sportive” alla stregua delle altre, li aveva sottoposti a licenza. Forse anche per lo Stato di New York sarà necessario scendere a compressi mettendo in vendita delle licenze; laddove ci sono considerevoli somme di denaro in ballo, come in questo caso, lo Stato potrebbe, infatti, trarne profitto per il bene dei propri cittadini. Le leggi proibizionistiche, e questo gli Stati Uniti dovrebbero ben saperlo, favoriscono la nascita del mercato illegale che gode di immunità fiscale.

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