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La frode sportiva e la rete legale del gioco

Il segnale che arriva dal Governo in questo inizio di Campionato calcistico stagione 2014/2015, sempre un evento nel nostro Paese, è quello del contrasto significativo alla frode nelle competizioni sportive.

Con  il Decreto Legge  22 agosto 2014 n. 119 “Disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasioni di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale nonché per assicurare la  funzionalità del Ministero dell’interno” è stata disposta  una modifica sostanziale all’apparato sanzionatorio della Legge n. 401/89, che ora recita: “ 1. Chiunque offre o promette denaro o altra utilita’ o vantaggio  a taluno dei partecipanti  ad  una  competizione  sportiva  organizzata dalle  federazioni  riconosciute  dal  Comitato  olimpico nazionale italiano (CONI), dall’Unione italiana per  l’incremento  delle  razze equine (UNIRE) o da altri enti sportivi riconosciuti  dallo  Stato  e dalle associazioni ad  essi  aderenti,  al  fine  di  raggiungere  un risultato  diverso  da  quello  conseguente  al  corretto   e   leale svolgimento della competizione, ovvero compie altri atti  fraudolenti volti al medesimo scopo, e’ punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000.(…..) 3  Se il risultato della competizione e’ influente  ai  fini  dello svolgimento  di  concorsi   pronostici   e   scommesse   regolarmente esercitati, per i fatti di cui ai commi  1e 2, la pena della reclusione è aumentata fino alla metà  e si applica la multa da euro 10.000 a euro 100.000,00”.  

Le nuove disposizioni però, secondo quando si legge al comma 2 dell’art. 1 “misure per il contrasto della frode in competizione sportive” del decreto legge in esame, avranno efficacia e quindi potranno essere applicate dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

L’obiettivo che si vuole perseguire  è chiaramente espresso nelle premesse del decreto, dove vengono meglio evidenziate le ragioni che hanno portato il governo al rientro dalla breve pausa estiva ad emanare norme che inaspriscono l’apparato sanzionatorio nel caso in cui si vogliano alterare eventi connessi a manifestazioni sportive. Ed infatti nelle premesse, che costituiscono il prologo del decreto, si legge: “ritenuto che il ripetersi di gravi episodi di violenza e turbativa dell’ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, nonché di reati finalizzati  ad  alterare i risultati delle medesime manifestazioni rende necessario adottare interventi urgenti finalizzati a  rafforzare la prevenzione  di  tali  fatti e a inasprire il trattamento punitivo di coloro che se ne rendono responsabili” . 

L’inasprimento soprattutto per il comma 3 della legge n. 401/89 è rilevante. Prima dell’intervenuta riforma del DL , che ci si auspica venga convertito al più presto, chiunque con la propria condotta poneva in essere una condotta atta ad alterare un risultato di un evento connesso a manifestazioni sportive ed ippiche, che era oggetto di scommesse, rischiava la reclusione da tre mesi a due anni e la multa da euro 2.582 ad euro 25.822. Ora con il nuovo apparato sanzionatario la pena della reclusione è aumentata fino alla metà, e di quattro volte le multe, che  arrivano a prevedere il tetto massimo di euro 100.000,00. con l’auspicio che questo inasprimento possa costituire un serio deterrente, considerato che secondo le stime dello scorso anno il giro d’affari legato alle scommesse a livello mondiale per la Serie A italiana è calcolato intorno ai 43 miliardi di euro l’anno, con un valore medio sui singoli match vicino ai 115 milioni di euro. Numeri  che possono attirare le associazioni criminali al match-fixing, una vera e propria minaccia per l’integrità e la credibilità del calcio e dello sport in generale.

Bene dunque all’intervento statale che il nostro Legislatore dovrebbe convertire al più presto in legge, ma vi sono altri temi da sviluppare in questa lotta al match-fixing. Come  quello di adottare solo i  sistemi riconosciuti che possono  monitorare  i flussi di betting sul mercato  internazionale, rilevando eventuali anomalie in Europa e nel mondo. A questi dovrebbero contribuire tutti coloro che fanno parte della filiera: le squadre di calcio, le leghe, il CONI, ADM, SOGEI ed i concessionari. Soltanto la collaborazione tra questi soggetti e la rete legale del gioco potra garantirci un apparato credibile contro i rischi di frode e di match-fixing. E’ noto che  solo gli operatori della rete legale ed i soggetti ad essi collegati sono sottoposti a stringenti controlli in ordine ai requisiti di carattere morale e professionale, e che le scommesse effettuate tramite la rete ufficiale, affluendo al totalizzatore nazionale, sono costantemente monitorate e controllate dagli addetti ai lavori. Questo può consentire di individuare fenomeni legati al gioco anomalo o al riciclaggio di denaro di provenienza dubbia o illecita, ed in tempo reale quindi di segnalarli alle competenti autorità. Tant’è che anche le recenti vicende giudiziarie legate al match fixing hanno evidenziato l’uso di canali non ufficiali per l’effettuazione delle scommesse anomale.

Il Decreto Legge di fine agosto rappresenta un importante segnale, ma è necessario coltivare questo progetto per svilupparne anche gli altri aspetti fornendo strumenti idoneii anche al giocatore/consumatore – anch’esso vittima – che spesso deve intraprendere battaglie giudiziarie infinite e molto dispendiose.

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