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Le mille facce dei punti di raccolta

La sindrome di Arlecchino, servitore di due padroni, sembra colpire incessantemente i cosi detti punti vendita di contratti telematici e di ricariche, al punto tale da suscitare la necessità dello stato di allerta nazionale.
Infatti, da informazioni ed informative che si accumulano sui tavoli di AAMS, si apprende che molti Internet Points affiliati a concessionari di scommesse, dietro le altisonanti insegne recanti il simbolo dell’Amministrazione accanto a quello scelto dal concessionario, servono in realtà almeno un altro “padrone”, transitando la raccolta verso siti a dir poco non autorizzati.

Se a questo si aggiunge che in questi casi l’attività all’interno è organizzata come quella di una vera e propria agenzia di scommesse, possiamo ben comprendere l’indignazione e la preoccupazione sia dei concessionari storici noti che di quelli nuovi che intendono dare prevalenza se non esclusività alla raccolta delle scommesse on-line. Il fenomeno sta conoscendo una notevole e costante espansione, in barba ai dettati normativi ed alle segnalazioni ed ispezioni delle autorità di P. S., quali che siano. E’ la tipica fase di caos che precede la necessaria ed innovativa (speriamo) regolamentazione. Se è vero infatti che gli stessi concessionari, sia ippici che sportivi, quando furono messi in mora per il mancato pagamento di minimi garantiti e quote di prelievo, a sostegno delle proprie ragioni sostennero (in due noti ed importanti arbitrati peraltro vinti) di essere stati penalizzati per la mancata attivazione del telematico, ora gli stessi o lamentano questa attivazione (ed in particolare la circolare dell’11 aprile 2004) o ne approfittano esageratamente. Non rendendosi conto però che a farne le spese in entrambe i casi saranno sempre loro.

Non credo che non vi sia soluzione. Si tratta di passare la nottata con il minor danno possibile per tutti e mantenendo dritto quel timone tanto sbandierato, insistere sulla chiarezza delle norme vigenti, e cercare di sfruttare appieno le importanti deleghe che il legislatore ha attribuito ad AAMS. In questa fase appare estremamente necessario contare proprio su quei concessionari che intendono operare legittimamente. Perché poi nel breve non ispirarsi ad altri settori del gaming? Si pensi all’esperienza del Bollino Newslot, che certifica la regolarità e la liceità del gioco nel punto vendita che lo espone. Si potrebbe creare un bollino simile per gli affiliati dei concessionari che si limitano a distribuire i contratti e le ricariche per il gioco on-line. Con l’introduzione del bollino per le scommesse, il ruolo dell’affiliato, che eserciterebbe la propria attività all’interno di un luogo sicuro, potrebbe trovare un suo riconoscimento ed essere quindi questo responsabilizzato e ben monitorato. Non si deve avere paura del nuovo – caratteristica tipica di sclerotizzazione negativa di un impresa- ma predisporsi a crescere per competere sia in Italia che all’estero con soggetti di pari e superiore livello in una sfida di certo affascinante. L’ipotesi di una sospensione, seppur momentanea del telematico, costituirebbe un passo indietro, sicuramente anacronistico, che favorirebbe soltanto il consolidamento di fenomeni al limite della legalità. Non è questa la strada, così come forse non sono i grandi bookmakers internazionali i peggiori nemici: parlano chiaro quei mucchi di segnalazioni che ho citato poc’anzi. Bisogna guardarsi in casa, sotto il letto, è li che si annida il pericolo.
Qualcuno per fortuna ha capito che i comparucci della parrocchietta non reggeranno nel tempo ed ha già iniziato a respirare aria internazionale: imitiamolo, non è reato!

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