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Il poker ed il suo primo compleanno

La scorsa settimana a Roma si è tenuto il convegno “Poker Anno Uno: All In – Il mercato è ancora in partita o si è già giocato tutto?”. Il pubblico era quello delle occasioni importanti, a riprova di come questo gioco in pochi mesi di attività abbia conquistato già un’importante fetta del mercato del gambling nostrano, a discapito forse di qualche altro.

Premessa fondamentale: a nostro avviso non esistono due poker, quello “live” e quello “on line”. Rimandiamo alla chiosa dell’articolo per la dovuta spiegazione, e manteniamo solo per semplicità di cronaca, la distinzione. Nella prima sessione si è discusso di poker “live” o sportivo: ad oggi federazioni e circoli (solo questi ultimi sono ben 770) possono contare su 74.000 associati e ogni mese vengono disputati ben 3.400 tornei. Numeri importanti. Altro dibattito poi sul poker “on line”.

Dallo scorso anno, da settembre 2008, per la prima volta in Italia, è possibile giocare nella modalità “for money”. Quello del poker on line è un mercato in forte espansione che negli ultimi 4 mesi del 2008 ha raccolto 242 milioni di euro. Nel periodo ottobre-dicembre 2008 erano attivi 9 operatori con i quali si poteva giocare a “soldi veri”, e si sono disputati ben 3 milioni di tornei per entrate erariali pari a circa a 7,2 milioni di euro. AAMS aveva stimato per il primo anno di poker on line (settembre 2008 – agosto 2009) una raccolta pari a 400 milioni di euro, ma il gioco è esploso ed in soli cinque mesi di “attività” – settembre 2008 gennaio 2009 -, la raccolta ha già toccato i 386,2 milioni di euro. Il mese scorso il poker on line ha registrato una raccolta pari a 140 milioni di euro, con un incremento del 41% rispetto a dicembre 2008. Un vero successo quindi, se si pensa che sono stati giocati ben 2,6 milioni di tornei. Le prime stime indicano che gli italiani punteranno sui tavoli verdi virtuali nel 2009 oltre 2 miliardi di euro. Cifre di tutto rispetto, che probabilmente sono destinate ad aumentare, considerando che nell’ultimo mese fatturato il giocato è aumentato del circa il 41%. Ma la nostra normativa è al passo con i tempi?
Il legislatore si sta dando da fare, ed i principi che regolano le modalità di gioco sembrano definitivi. Restiamo in attesa di sapere se nelle norme in approvazione passerà anche la riforma del gioco on line (senza il portale unico, sembrerebbe) e la smaterializzazione del contratto di conto di gioco. Chissà se per il poker terrestre sarà prevista una regolamentazione definitiva, alla luce delle indicazioni del parere del Consiglio di Stato della fine dello scorso anno. Il nodo è sempre lo stesso: il gioco del poker è stato regolamentato in via telematica come rientrante nella categoria dei giochi di abilità (c. d. skill games). Il gioco del poker definito “live”, non esiste nell’ambito dei giochi pubblici, e trova i suoi riferimenti nelle norme del codice penale sull’azzardo (artt. 718 e ss.). pertanto solo se privo di almeno uno degli elementi che ne caratterizzano la punibilità (alea e fine di lucro) potrà essere svolto da circoli e affini. Altrimenti, il legislatore potrà inserirlo nella famiglia dei giochi pubblici, rendendolo legittimo magari in ragione degli stessi principi in base ai quali ne ha autorizzato l’esercizio on line.

Il Consiglio di Stato, nel parere fornito al Ministero dell’Interno, è stato chiarissimo ed esauriente. Per quanto riguarda poi il contrasto che si è creato tra le questure italiane, dove alcune vietano e proibiscono l’organizzazione dei tornei di poker, ed altre invece rilasciano autorizzazioni ad hoc (vedi Pescara), basta rifarsi al citato parere e confrontarne i dettami con i regolamenti dei tornei di cui si richiede l’autorizzazione. Non riteniamo affatto che vi sia una vacatio normativa, come gridano alcuni. Riteniamo piuttosto che vi sia un fenomeno in atto (la grande diffusione del gioco del poker, comunque praticato) e che questo ponga il legislatore davanti ad una scelta: rendere pubblico (nel senso di autorizzarne lo svolgimento anche con premi in denaro, sottoponendo quindi la regolamentazione, il controllo la gestione, l’organizzazione e la raccolta al sistema concessorio in atto), o semplicemente chiarire alla rete territoriale degli Interni quali siano le regole unitarie – che valgano quindi per tutti – per autorizzare tornei del c. d. poker sportivo. Quando si ha un’espansione molto forte in tempi brevi – come il poker oggi – la confusione governa, generando fenomeni paralegali ed illegali.
Per la tutela della fede pubblica e del consumatore basta quindi una comunicazione chiara e ben diffusa, sempre chè vi sia interesse a farla.

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