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Fotografia del gioco europeo e del gioco nostrano

Secondo un recente studio di H2 Gambling Capital, l’anno scorso (2009) il gioco online ha prodotto in Europa un giro d’affari pari a circa 9.610 milioni di euro. Il  gioco on line guadagna terreno sul gioco terrestre, ed è  uno dei motivi per cui i governi degli stati membri stanno normando questo settore, spesso sulla scia del nostro modello.

La Francia, come noto, ha regolamentato da poco il mercato dell’online, aprendo le frontiere in maniera controllata anche agli operatori del settore, comunitari e non solo.  Anche la  Danimarca ha approvato lo scorso giugno una normativa per raccogliere il gioco online sul modello francese.  La Grecia presenterà un disegno di legge per legalizzare il gioco online a breve.

Alcuni dei principi ispiratori, presenti in tutti i regolamenti, anche in corso d’opera:

  1. la tutela dei giocatori-consumatori, che nel nostro ordinamento si trasforma in tutela della fede pubblica,
  2. la legittimità per gli Stati membri – condivisa dall’Unione Europea –  di imporre restrizioni sui siti di gioco online (cfr il nostro decreto sull’oscuramento).

In Italia i numeri, e non solo del gioco online, sono sempre interessanti. Secondo un recente studio pubblicato da un noto gruppo editoriale, nel 2009 il mercato dei giochi in Italia ha realizzato un introito pari a 54 miliardi, e con ogni probabilità il 2010 si chiuderà toccando il tetto dei 62 miliardi di euro. Negli ultimi anni il mercato di gioco italiano ha vissuto una crescita costante. Basti pensare che negli ultimi 8 anni è stata del 280%. Nel 2001 la raccolta ufficiale di gioco toccava i 14 miliardi, mentre nel 2009 è balzata a 54 miliardi di euro.

Per quel che riguarda le c.d. slot machines, il numero di apparecchi l’Italia è il mercato più grande a livello europeo. Dal 2003 al 2009 le Awp hanno raccolto circa 96 miliardi di euro, e grazie all’introduzione delle VLT, con il decreto c.d. pro Abruzzo, il futuro (quantomeno dei numeri) dovrebbe essere ancora più promettente.

Nel 2010 con le VLT sta svolgendo un ruolo da protagonista la nuova tecnologia server based.  I primi sei mesi dell’anno in corso hanno visto i dieci concessionari di rete impegnati nell’attività di sperimentazione e collaudo delle piattaforme prescelte. La scommessa sulle VLT, in teoria più redditizie per il giocatore-consumatore rispetto alle Awp, e’ che non cannibalizzino il settore. A questo dovrebbe servire anche la destinazione in locali diversi, e magari ad un pubblico diverso; ad esempio ne restano infatti esclusi tutti i corner, che rappresentano un numero rilevante della rete di gioco terrestre. Le VLT ad oggi sono a numero chiuso, in quanto ogni concessionario di rete aveva la possibilità di acquisire un numero di diritti pari al 14% del numero di nulla osta rilasciati per le Awp già in commercio, per un totale intorno alle 57.000 unità. La nuova gara per le concessioni di rete, già prevista per lo scorso maggio ma rimandata di un anno (primavera 2011), vedrà nuovi soggetti coinvolti nel business, e di conseguenza un ampliamento del numero di apparecchi, sia AWP che VLT. Intanto gli attuali concessionari di rete in questo mese di agosto non faranno neanche un giorno di ferie, indaffarati a terminare tutte le fasi di collaudo e di attivazione delle sale sul territorio.

L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale “TS”

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