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Riflessioni sul primo bando di gara ex art. 24 del decreto legge n. 98/11

Continua a crescere il numero delle installazioni di apparecchi da intrattenimento sul territorio italiano: sono infatti 356.435 il numero di slot in normale esercizio, mentre 5.566 sono quelle in magazzino.

I dati pubblicati dall’Amministrazione fissano poi a 387.540 gli apparecchi con regolare nulla osta intestati al concessionario; di questi, 1.112 sono gli apparecchi con nulla osta ma con esercizio sospeso e 24.427 non sono in normale esercizio perché bloccati in magazzino o in manutenzione. E’ di tutta evidenza che gli apparecchi sono il segmento di maggior peso del comparto giochi. Nei primi otto mesi dell’anno le newslot hanno garantito giocate per 19,6 miliardi di euro (in contrazione pero’ dell’1,7% sullo stesso periodo del 2010), mentre le vlt – che nel 2010 non c’erano.. – hanno incassato 7,6 miliardi di euro.

Grazie agli apparecchi di ultima generazione, il segmento ha registrato complessivamente una crescita del 36,3%. Sempre nel periodo gennaio-agosto 2011, newslot e Vlt hanno portato nelle casse dell’erario oltre 2,6 miliardi (rispettivamente quasi 2,5 miliardi e 150 milioni), ossia il 40% del gettito complessivo tratto dal comparto giochi (circa 6 miliardi). Ed e’ con questi numeri in evidenza che lo scorso lunedì, con la scadenza del termine per la presentazione delle domande, che  e’ entrata nel vivo la gara per l’assegnazione delle nuove concessioni. Una procedura di selezione – il cui bando è uscito in pieno ferragosto – estremamente delicata per due ordini di motivi. Il primo determinato dal servizio “messo a bando”: affidamento per la gestione e conduzione della rete per la gestione telematica degli apparecchi da intrattenimento e delle funzioni ad esso connesse, e la relativa realizzazione e conduzione, e quindi l’intera struttura di due reti (AWP e VLT) che producono i numeri di cui sopra. L’altro, sicuramente più tecnico-giuridico, è quello relativo all’applicazione delle norme previste dalla Legge di Stabilità e di quelle successive. Parlando ancora di cifre, secondo fonti governative il bando di gara porterà nelle casse dell’erario un’una tantum complessiva di 135 milioni di euro: per le newslot infatti occorrera’ versare 100 euro a macchina (la rete conta 350mila apparecchi), in totale quindi 35 milioni di euro; per le vlt invece l’una tantum e’ di 15mila euro a macchina, e complessivamente dovrebbe raggiungere i 100 milioni di euro (previsti 6.600 nuovi apparecchi).

Le nuove concessioni avranno durata di nove anni.  A partecipare oltre a tutti e dieci i concessionari ‘storici’, si sono aggiunti ben tre nuovi soggetti che sperano pertanto di poter diventare nuovi operatori. Per quanto riguarda le Vlt, le nuove potenziali concessionarie hanno dovuto richiedere diritti per almeno 350 apparecchi ciascuna, mettendo all’interno della busta B – a pena di esclusione – una specifica dichiarazione di impegno in tal senso. Tra le novita’ previste per le newslot invece, si segnala  l’obbligo di istallare un sistema Gps all’interno dei “punti di accesso”, ovvero le centraline che garantiscono il collegamento telematico delle macchine.   Quanto ai requisiti richiesti per la partecipazione alla gara, il bando ha presentato delle criticità rilevanti, frutto degli ultimi interventi normativi. Tra queste l’obbligo di ricostruire tutta la filiera societaria dei soggetti candidati fino ad arrivare alla persone fisiche in possesso, anche indirettamente, del 2% delle quote della Società che ha presentato l’offerta per la procedura in esame. Ricostruzione peraltro complicata dall’introduzione, con le risposte ai quesiti del bando di gara, del c.d. effetto demoltiplicatore  per il possesso di quote societarie, concetto preso in prestito dalle modalità di tassazione delle Holding. In quel contesto infatti l’effetto di demoltiplicazione delle imposte si ha nel momento in cui una società abbatte la sua base imponibile (e quindi le imposte che va a versare su di essa) attraverso il riporto in bilancio di perdite generate da società da essa controllate. Quindi quando una società è in perdita, non solo non paga imposte, ma fa si che anche i soggetti a monte ne paghino di meno e così via. I partecipanti si sono impegnati poi a mantenere gli impegni di solidità finanziaria e patrimoniale individuati nei decreti direttoriali dello scorso giugno. La commissione dovrà essere molta attenta nell’interpretazione di questi passaggi, anche perché privi di riferimenti storici in quanto applicati per la prima volta. Specialmente nell’approssimarsi della scadenza del 10 ottobre un po di maretta c’e’ stata: alcuni gruppi, in affanno per la ricerca dei complessi requisiti hanno tentato la via giudiziale per guadagnare tempo, sulla scorta di ragioni plausibili – condivise infatti anche da operatori consolidati – ma apparentemente tardive.

Per  il momento non si hanno notizie ufficiali di altri ricorsi proposti avverso il bando di gara oltre l’unico pendente, quello rinviato al 13 dicembre al TAR Lazio, in cui i ai concessionari, come previsto dalla legge di stabilità, e alle modalità di distribuzione dello 0,5% del Preu delle slot. Il bando di gara ad oggi sembra  quindi indenne da eventuali censure del giudice amministrativo. Pur comprendendo le ragioni di alcuni, peraltro condivise in gran parte anche da coloro che hanno partecipato, con i continui ingenti investimenti richiesti al settore negli ultimi anni, e’ ora fondamentale garantire continuità e stabilità.  In questo l’AAMS, o  meglio l’Agenzia dei Monopoli di Stato potra’ giocare un ruolo chiave, anche grazie agli estesi poteri che la legge dell’agosto scorso gli ha garantito. Sempre che – ci auguriamo vivamente – non li utilizzi per soddisfare facili e deleterie ricerche di consenso da parte della politica.

L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale ”TS”

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