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Le proroghe delle proroghe e le misure di salvaguardia mai nate

L’art. 29, comma 13, del decreto legge 29 dicembre 2011 n. 216 “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative prevede che”: “All’articolo 24 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111: a) al comma 34, le parole: “entro il 30 novembre 2011″ sono sostituite dalle seguenti: “entro il 30 giugno 2012″; b) al comma 37, le parole: “entro il 30 ottobre 2011″ sono sostituite dalle seguenti: “entro il 30 giugno 2012″. Le due gare, rispettivamente quella relativa ai negozi e corner di scommesse a terra e quella del poker sportivo, vengono quindi posticipate entrambe al 30 giugno 2012.

Alcuni aspetti pratici:

1) al 30 giugno 2012 hanno naturale scadenza le concessioni sportive e le poche concessioni ippiche sopravvissute alla gara c.d. “giorgetti”, che tutt’ora rappresentano un ‘importante punto di riferimento per la raccolta del gioco pubblico. Questo posticipo a nostro avviso potrebbe essere l’occasione per ripensare la rete di raccolta a terra (anche in funzione degli esiti del noto caso Cifone alla Corte di Giustizia) in considerazione delle condizioni del mercato, delle nuove normative (come la legge c.d. di stabilità) e con un occhio al futuro. Certo che – a prescindere – per garantire la continuità del servizio sarà necessario, onde evitare il ripetersi del blocco di aprile del 2009 (quando il servizio di raccolta delle scommesse ippiche in capo alle concessioni storiche venne interrotto improvvisamente per adempiere alle indicazioni della Corte di Giustizia Europea) essere accorti e rispettare le date per l’indizione del bando di gara per l’affidamento in concessione per la commercializzazione dei giochi pubblici su base ippica e su base sportiva senza ulteriori proroghe e rinvii;

2) la seconda gara, quella relativa al poker sportivo terrestre, anch’essa rinviata al 30 giugno 2012, sarà preceduta dalla pubblicazione del tanto atteso regolamento interministeriale che individua le caratteristiche tecniche per disputare i tornei di carte dal vivo. Sembrerebbe che il testo del regolamento, assieme a quello relativo alle scommesse virtuali, sia stato inviato alla Commissione per il Mercato Interno la prima settimana di gennaio, in attuazione a quanto previsto dalla direttiva 98/34/CE che prevede una procedura d’informazione nel settore delle norme e regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi delle società dell’informazione. Ora, come già è accaduto in passato, dovremmo aspettare il periodo di stand still, durante il quale la Commissione e tutti gli stati membri potranno presentare le loro osservazioni tecniche. Durante questo periodo di tre mesi, nel quale il progetto passa al vaglio degli Stati Membri, la Commissione partecipa al dialogo previsto dalla direttiva per evitare l’insorgere di ostacoli al mercato interno causati dall’adozione delle norme tecniche da parte dei vari Stati.
La gara del poker live dovrebbe assegnare mille concessioni per nove anni, con base d’asta a 100 mila euro e una tassazione del 3% sugli incassi. Le prime sale attive sul territorio potrebbero aprire entro la fine 2012.

Ma mentre ci si appresta ad organizzare e/o riorganizzare il nuovo, ecco spuntare dalle nebbie temi che credevamo superati o comunque in via di soluzione. Accade infatti che nel corso dell’ultima settimana dell’anno appena concluso, i concessionari titolari, ma anche ex titolari, di concessioni ippiche assegnate con la gara indetta 1999-2000 hanno ricevuto una comunicazione con la quale viene richiesto il pagamento delle integrazioni dei minimi dal 2006 fino al 2010. Il pagamento dei minimi è uno spettro che di tanto in tanto – come in questo caso – si materializza, terrorizzando i destinatari, a volte addirittura usciti dal mercato proprio per quei motivi che sono alla base della contestazione dei minimi stessi. Minimi prima sospesi con una circolare dell’Amministrazione nel corso del 2006 e poi riapparsi, per essere nuovamente sospesi a seguito di una serie di sentenze da parte del Tar Lazio, in quanto – riteneva il giudice amministrativo – dovevano essere applicate le misure di salvaguardia meglio individuate dal decreto legge n. 223/06, convertito con modificazioni ed integrazioni dalla legge n. 248/06, c.d. decreto bersani, e per l’effetto dovevano essere riviste anche le percentuali che i titolari delle concessioni ippiche dovevano corrispondere (per i minimi appunto), essendo (circostanza oggettiva) mutate le condizioni di mercato dopo il 2006 con l’avvento della rete bersani, del gioco on line e del proliferare dei ctd e dei ced. Ma ecco che in data 30 novembre 2011, una conferenza di servizi (o forse una seduta spiritica..) evoca di nuovo il fantasma dei minimi: magari non tutti gli addetti ai lavori della conferenza hanno compreso la peculiarità della vicenda, o forse la pressione dell’incombente crollo del settore ippico con il rischio di attribuzione di colpe a raggiera è troppo alta, fatto sta che si è deciso di richiedere a tutti il pagamento dell’integrazione dei minimi (anche quelli relativi ad esempio relativi all’esercizio 2010, mai richiesti) senza alcuna rivisitazione delle somme richieste. Le associazioni intanto si sono mosse e forse qualche esorcista interverrà. Tutto lascia intendere l’avvio di nuovi contenziosi, dove la speranza è che non vengano utilizzati argomenti distruttivi: la storia ci insegna che le lotte più sanguinose sono quelle interne.

L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale ”TS”

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