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Gli aggiornamenti degli schemi accessivi delle concessioni terrestri per l’esercizio del gioco pubblico previsti dalla legge di stabilità

In quest’anno caotico e rivoluzionario per il settore del gioco pubblico dopo l’adeguamento degli schemi di convenzione per le concessioni on line ai dettami previsti dalla legge n. 88/09 (c.d. “Legge comunitaria per il 2008”) non poteva non mancare anche l’adeguamento alle disposizioni e agli obblighi previsti per le società titolari di concessioni di gioco fisico e/o terrestre dalla legge di stabilità n. 220/10.

Le indicazioni per i concessionari terrestri previsti dai decreti direttoriali del 28 giugno (Decreto Interdirigenziale prot. 2011/1845/ Strategie/UD“Determinazione dei requisiti di solidità patrimoniale, del quadro 
informativo minimo dei dati economici, finanziari, tecnici e gestionali 
delle società concessionarie del gioco pubblico esercitato e raccolto 
non a distanza, e dei requisiti di affidabilità onorabilità, 
professionalità e indipendenza posseduti dagli amministratori, dal 
presidente e dai procuratori delle società concessionarie stesse” e Decreto Direttoriale prot. 1861/Strategie/UD“Determinazione delle informazioni, dei dati e delle contabilità relative alle attività di gioco che i soggetti titolari di concessione dell’esercizio e raccolta non a distanza dei giochi pubblici trasmettono al sistema centrale dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato”) adottati ai sensi della richiamata Legge di Stabilità, sono sicuramente in linea con la norma primaria ma ciononostante in questo periodo di crisi del settore e di ulteriori innovazioni introdotte con il decreto direttoriale del 9 marzo 2011 (in attuazione degli obblighi della comunitaria) e dall’ultima manovra fiscale – decreto legge n. 98/11 convertito con modificazioni ed integrazioni nella legge n. 111/11 – che prevede altri adempimenti a carico dei concessionari e nuove gare, si rischia che le norme della Legge di stabilità e dei successivi decret creino disparità di trattamento tra concessionari terrestri e concessionari on line.

Gli attuali operatori di giochi pubblici lamentano il fatto che gli oneri previsti a seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità siano eccessivamente gravosi, se non impossibili da rispettare, e per cio molti non hanno ancora sottoscritto gli atti integrativi (si precisa che gli atti integrativi sono: 2 per le concessioni ippiche e sportive c.d. 2000 con scadenza al 30 giugno 2012, 2 per le concessioni c.d. Bersani su base ippica e su base sportiva, ed 1 per la concessione c.d. Giorgietti, oltre a quelle integrative per i dieci concessionari di rete delle AWP e VLT), che l’Amministrazione  ha inviato ai relativi Ispettorati regionali di competenza per curarne la sottoscrizione. La prima critica degli operatori e’ che si chiede di sottoscrivere atti integrativi di cui non sono stati resi noti almeno in parte i contenuti, per concessioni che sono in scadenza (si pensi ai dieci concessionari di rete) o che stanno per scadere (le ippiche e sportive scadono il 30 giugno 2012)  o che magari sono in fase di rottamazione; la imminente gara prevista dall’art. 24 della nuova manovra fiscale prevede infatti la possibilità di rottamare i vecchi diritti con i nuovi e con tanto di sconto. Il Legislatore – lamentano gli operatori – dovrebbe meglio valutare sull’opportunita di integrazioni e sottoscrizioni di atti che avranno efficacia per trenta o sessanta giorni: perché si devono oberare i concessionari di altre spese (e l’Amministrazione di incombenze poco gestibili) quando poi tra qualche mese l’atto integrativo andrà in pensione insieme con lo schema accessivo? La campagna di demonizzazione del gioco sta andando ben oltre gli scopi apparenti che si era prefissa, con il richio altissimo di un risultato esattamente opposto, quello di favorire l’illegalita. A nostro avviso, la riflessione che e’ mancata nel legislatore e’ quella sul ruolo del concessionario, nato nel gioco a terra come sentinella del territorio, conosciuto e conoscibile, legato da un rapporto intuitu personae che ne avrebbe dovuto caratterizzare l’attivita sia interna che esterna. Ed e’ proprio questo che sembra venire sempre meno, travolto da logiche astratte e cariche di pregiudizi. Insomma, anche nel settore del gioco pubblico il virus dell’inconciliabilita tra impresa e stato sembra volersi insinuare. Se si superasse il comodo pregiudizio  sul gioco, mai tralasciando di tenere alta la guardia sui suoi aspetti patologici, sia in termini di infiltrazioni criminali che di ludopatia, si potrebbe meglio comprendere come la piccola e media impresa sia tanto quanto la vera e propria industria – anzi di concerto con questa – un “polmone” insostituibile del ns mercato.

Tornando al richiamato decreto interdirigenziale, le disposizioni maggiormente  contestate sono quelle legate ai requisiti previsti in termini di indebitamento ed ai dati di bilancio – trimestrali e annuali – che i concessionari dovranno ottemperare e dove le sanzioni previste per gli inadempimenti sono assai pesanti. Alcune associazioni di settore hanno  calcolato che l’adeguamento alle convenzioni di concessione potrebbe comportare maggiori costi a carico dei concessionari stimati fra i 160.000 euro per le concessioni di minori dimensioni ai 500.000 per le concessioni più grandi. Il rischio è di vedersi revocare la concessione per l’insostenibilita di costi ed oneri; una misura estrema, ma per molti un destino inevitabile a causa della mancanza di liquidità. A tal proposito diversi operatori hanno richiesto una perizia ad una primaria società di revisione per evidenziare le criticità contenute nel decreto, perizia poi da presentare alle autorita competenti per chiedere alcune modifiche ritenute indispensabili. Nelle intenzioni delle associazioni e degli operatori questo dovrebbe rappresentare il primo passo per poi organizzare un vero tavolo di confronto dove ci sia anche il Legislatore, che sara invitato a valutare con veri numeri alla mano la funzionalita dell’intero impianto, a fronte di tutte le innovazioni apportate da marzo in poi. Sarebbe il colmo che anche qui si paventi un default.

L’articolo è stato pubblicato sul bisettimanale “TS”.

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