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L’inutile richiamo e gli inutili pettegolezzi

La scorsa settimana la Commissione europea ha chiesto all’Italia di ottemperare immediatamente alla sentenza pronunciata il 13 settembre 2007 dalla Corte di giustizia sul rinnovo delle concessioni per la gestione delle scommesse ippiche sul territorio nazionale.

Monito inutile, e dettato da una disinformazione non certamente degna degli ambienti europei, e per questo quanto meno sospetta. Le concessioni come sappiamo erano state rinnovate senza gara d’appalto.Circostanza segnalata da un noto bookmaker d’oltremanica che ha da tempo deciso di fare il suo ordine nel nostro sistema. La Commissione Europea, a seguito del procedimento di infrazione, instaurava un giudizio davanti la Corte di Giustizia, la quale stabiliva che “la Repubblica italiana, avendo rinnovato 329 concessioni per l’esercizio delle scommesse ippiche senza previa gara d’appalto (con il d. l. 28.12.2001, n. 452 convertito in legge 27.2.2002, n. 16), è venuta meno agli obblighi del trattato CE sulla libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi e in particolare ha violato il principio generale di trasparenza nonché l’obbligo di garantire un adeguato livello di pubblicità delle gare”.
Le misure di adeguamento ai dictat europei erano contenute nel decreto legge n. 59 dell’8 aprile 2008, riguardante “disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia”. Il relativo bando di gara veniva pubblicato sulla Gazzetta Europea il 26 agosto 2008, entro il termine stabilito del 31 agosto 2008. Fino all’assegnazione le agenzie in questione sarebbero rimaste operanti “al fine – recitava l’emendamento – di garantire la continuità nella gestione del servizio di raccolta e accettazione delle scommesse”.

Le successive vicende del bando di gara per le agenzie ippiche sono state piuttosto tormentate. Altre due leggi, la n. 184/08 e la finanziaria per il 2009, hanno modificato i termini del bando. Nella legge Finanziaria per il 2009 un emendamento ha modificato la n. 184/08, spostando il termine di decadenza delle 329 agenzie storiche dal 31 gennaio al 31 marzo 2009. Il 3 febbraio u. s. è stato emanato il terzo e definitivo bando di gara. Ciò non ostante la Commissione europea ha di nuovo bacchettato l’Italia, sostenendo che le disposizioni adottate dal nostro legislatore con la recente Legge finanziaria per il 2009 sarebbero si idonee a ottemperare la sentenza della Corte del 2007, ma i nuovi contratti in concessione “non sono stati ancora conclusi e la legge è stata modificata allo scopo di prorogarne l’efficacia fino al 31 marzo 2009?

La Commissione ha concesso due mesi di tempo per conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia europea, altrimenti stessa Corte potrebbe disporre – su istanza della Commissione – una multa forfetaria o una penalità all’Italia. Il richiamo della Commissione è stato appoggiato e supportato da coloro che sostengono – inopinatamente e sine titulo – che il nostro sistema concessorio è illegale e che le nostre Autorità non hanno altra scelta se non aprire il mercato alla concorrenza. Tutto ciò, guarda caso, proprio quando sono in emanazione nuove norme più severe sul gioco illegale ed abusivo. Orbene, si continua a discutere del nostro sistema di raccolta dei giochi e scommesse, mentre delegazioni di tutta l’Europa vengono a studiarne i meccanismi per poterlo adottare. Certo, capita a volte che il legislatore tirato per la giacchetta dia inconsapevolmente (chissà se è meglio o peggio..) una mano al nemico, ma se si allarga la visuale proprio all’intera Europa del gioco, il bicchiere italiano non è mezzo pieno, è quasi colmo.

La formula magica purtroppo non l’abbiamo, anche perche alla fine nel caos tutti trovano qualcosa da guadagnare. Suggerimenti si però: fare una colletta affinchè un operatore nostrano possa aprire senza la licenza inglese un punto di raccolta scommesse al centro di Liverpool, e poi aspettare gli eventi. Il sistema anglossassone lo accoglierebbe a braccia aperte, oppure il malcapitato andrebbe a far compagnia agli operai siciliani scortati dalle forze dell’ordine per lavorare all’interno della fabbrica inglese?
Qual è il vero Stato che ha innalzato le barriere, l’Italia? Da noi operano tutti, nel resto d’Europa no!

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