Enada 2008
L’autunno di quest’anno è caldo, non v’è dubbio, e questi primi giorni del mese di ottobre per il settore del gioco italiano non lo hanno di certo smentito. Si pensi alla comunicazione di AAMS riguardo la gara per l’assegnazione dei punti di vendita di gioco pubblico su base ippica, il cui bando è stato pubblicato nella G. U.U. E. n. S164 del 26 agosto 2008, e l’Enada 2008, tenutasi a Roma.
Andiamo con ordine. Riguardo il primo tema, l’Amministrazione a metà settimana ha comunicato attraverso il proprio sito la sospensione – disposta con decreto direttoriale del 7 ottobre 2008 – della procedura selettiva per l’assegnazione dei punti ippici a seguito di una richiesta di chiarimenti da parte della Commissione delle Comunità europee in merito all’interpretazione delle disposizioni dell’articolo 4-bis del decreto legge n. 59 dell’8 aprile 2008, convertito dalla legge 6 giugno 2008, n. 101. AAMS resta in attesa delle determinazioni della Commissione europea in merito alle precisazioni ad essa fornite dalla stessa Amministrazione con nota n. 2008/33124/Giochi/ICO del 24 settembre 2008.
Sino ad ora si è vissuto di gossip: nessuna indicazione a riguardo dei commenti della UE, nessuna indicazione a riguardo della risposta fornita da AAMS. In altre parole, non si sa di cosa si stia parlando. E nel frattempo i concessionari ippici “storici” non sanno di che morte morire. Se si trattasse di un modo provocato di dare continuità di fatto alle storiche nel rispetto della regola tutta italiana che dice che nulla è più definitivo di quello che è provvisorio, potremmo anche compiacerci, ma il destino di queste aziende dovrebbe poter andare oltre l’escamotage. Vedremo.
Altra protagonista della settimana è stata la 36a edizione di Enada ‘Mostra Internazionale degli apparecchi da intrattenimento e da gioco’, occasione di confronti tra gli operatori del settore. La manifestazione a detta degli organizzatori ha visto la presenza di 200 aziende ed è stata visitata da 11.234 operatori professionali (+ 6% sul 2007) di cui 1.149 esteri (+ 12,5%). Nel corso dell’Enada si è tenuto un convegno sul comparto delle scommesse (Mercato allo sbando mercato in evoluzione), in cui rappresentanti dei maggiori concessionari e professionisti esperti del settore hanno avuto modo di illustrare e dare indicazioni sull’attuale assetto del mercato, discutendo della raccolta illegale del gioco pubblico in Italia. Il Leitmotiv ricorrente nel convegno è stato la necessità di dare un’impulso all’attuale situazione tramite indicazioni normative chiare e precise, difficilmente confutabili e che tutelino gli operatori.
La rete Bersani e la sua relativa regolamentazione, va adeguata e resa fruibile allla luce di quanto è avvenuto nel frattempo. Gli importanti investimenti sulla rete Bersani devono essere messi in sicurezza, sia cercando di recuperare quello che finisce nella rete dei CTD, che – a detta di molti – conta oltre 1.000 punti e raccoglie circa 500 milioni di euro, sia ottimizzando la raccolta on-line. Questo vuol dire affrontare il nodo dei punti di commercializzazione in modo costruttivo. Anche qui, tra quelli che fanno intermediazione e quelli che si collegano all’estero o non si collegano per niente, c’è una grossa falla. Come abbiamo avuto modo di esporre al convegno, la tenuta del sistema gioco nazionale è direttamente legata all’efficacia del controllo che lo Stato riesce ad esercitare: se risultasse provato che ciò non avviene cadrebbe il presupposto che ci legittima. Quindi, che si risolvano i problemi commerciali della rete con regole dinamiche, ma che si trovi il massimo consenso sulla cornice di legalità e soprattutto sull’efficacia del controllo. Ad oggi, secondo gli illustri relatori del convegno, il mercato è vigiliato da un “regolatore” che non tutela i concessionari: “vincoli e costrizioni convivono con concorrenza sleale e illegale(….) ” Questa confusione, a nostro avviso è data dalla non separazione tra ciò che è legale ed illegale a livello primario, e questo è possibile con un intervento del legislatore che peraltro sembra annunciato.
Più gioco responsabile dunque, e più mercato concesso. Eed a ben vedere poi, le leggi ci sarebbero, a partire dalla nota n. 401/89. Da ultimo, la proposta di passare da un regime concessorio ad un regime autorizzatorio, non cambia le carte in tavola: se non c’è controllo tanto vale che le regole le detti il mercato.