Scommesse, Sbordoni: "Interessante la proposta di Snai Servizi, ma difficile da sostenere di fronte ad un Tribunale"
"La provocazione è interessante e ha un fondamento che parte da lontano. Sicuramente è frutto di una frustrazione condivisibile e come strategia di comunicazione ha presa, questo è innegabile".
L'avvocato Stefano Sbordoni – legale esperto di gaming – commenta in questo modo la lettera che nei giorni scorsi Snai Servizi ha inviato ai Monopoli, chiedendo in sostanza di essere autorizzata a operare senza concessione – e quindi senza essere sottoposta ai relativi oneri, e senza versare il prelievo sulle scommesse – con i Ced e i Ctd dei bookmaker esteri.
Ma per Sbordoni si tratta appunto di una provocazione: "Nella sostanza è un terreno scivoloso" spiega a Agimeg. "Si tratta di una richiesta che non può avere risposta da parte dell’Amministrazione e che non può essere sostenuta di fronte a un Tribunale. È come se si chiedesse di essere autorizzati a commettere un abuso edilizio, dal momento delle case o degli edifici sono stati costruiti senza alcuna autorizzazione, e ancora non sono stati abbattuti". E Sbordoni riflette anche sul fatto che se Snai Servizi volesse veramente perseguire questa strada, non avrebbe bisogno di chiedere un'autorizzazione all'autorità italiane: "potrebbe semplicemente restituire le concessioni e chiedere una licenza a Malta, o in un altro Paese comunitario".
La proposta di Snai Servizi potrebbe però servire almeno a innescare un dibattito sulla necessità di passare – con al gara del 2016 – a un sistema di licenza, un'inversione di rotta che tuttavia potrebbe innescare un pericoloso effetto domino, mettendo in discussione le concessioni degli altri giochi, a iniziare da quelli online. Prima però secondo Sbordoni, "è necessario chiedersi se il Legislatore – quindi il Parlamento e il Governo – abbiano le competenze per comprendere appieno la complessità della situazione. Il sistema si è così ingarbugliato che non appena si tira un filo, si stringono altri nodi. Le competenze per mettere mano alla situazione ci sono, ma bisogna spogliarsi degli interessi di partito e di quelli societari". Sbordoni tuttavia preferisce non dare indicazioni su quale sia la soluzione: "Si rischia che un prodotto buono, o comunque accettabile venga poi distorto. È quanto è successo con il bando Monti che avrebbe dovuto assegnare concessioni novennali, e invece è finito nuovamente di fronte alla Corte di Giustizia".