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"Risolvere subito i problemi del settore"

Avvocato Sbordoni, questa proroga quindi?

"Sento che alcuni danno credito a questa ipotesi che, però, rimane tale. Dobbiamo quindi pensare che se ne sia parlato anche in diverse sedi ma non mi stupirei se dovessimo venire a sapere che non se ne è parlato neanche in consiglio dei Ministri o in luoghi altrettanto significativi. E se così è la cosa è grave. Tuttavia il livello è talmente sceso di credibilità che potrebbe essere accaduta qualsiasi cosa".

Però il sottosegretario con delega ai giochi Pier Paolo Baretta smentisce continuamente giornali e giornalisti. A livello istituzionale qual è la situazione?

"Chi può avere proposto questa cosa non lo so, ma potrebbe anche non essere d'accordo anche se ci sono interessi e posizioni diverse. Facendo i conti in casa ad alcuni operatori, a loro potrebbe anche convenire questo stato del mercato. Per quello che riguarda le istituzioni credo che la fattibilità della proroga sia difficile e anche controproducente per il settore. Il legislatore potrebbe comunque anche decidere di dare il via libera a questi ulteriori 5 anni ma è stato valutato realmente cosa succederà poi? Io credo di no".

Il rischio di parlare sempre degli stessi temi c'è, ovvio. Ma il nodo sembra essere proprio questa impasse tra Stato ed enti locali:

"Se il Governo dovesse decidere d'imperio di prorogare per altri 5 anni le concessioni di scommesse perché non farlo anche per dirimere il conflitto tra Stato e Regioni e Comuni? Perché continuare a rabberciare le norme di un settore e non sistemare tutto per sempre? Senza risolvere questo problema c'è il rischio di andare avanti così per altri cinque anni. Evito commenti ma dico solo che si aprirebbero problematiche continue e che una situazione del genere per gli operatori sarebbe insostenibile".

Il problema, secondo Stefano Sbordoni, è anche e soprattutto politico. Non solo a livello di scelte ma proprio sul livello degli attuali rappresentanti dei cittadini che gestiscono la 'res publica'.

"Tutti questi rappresentanti degli enti locali sono 'liquidi', non sanno a quale parte appartengono. Chi oggi è contro il gioco negli anni passati magari ne ha favorito proprio lo sviluppo e la regolamentazione. E tutti dicono cose cui nessuno può obiettare. Dichiarazioni ovvie ma prive di contenuto e per questo difficili da ribattere. Il gioco, tra l'altro, è l'argomento ideale per questi soggetti dove si possono esprimere al massimo delle loro possibilità. Nel vocabolario da strada si dice 'sparare sull'ambulanza' e tutti ne sono capaci. Fanno a gara a chi fa notizia. Fare qualcosa di sensato non è per tutti, invece. E la differenza tra chi lo fa e chi no, si vede".

Caos politico, livello medio decisamente scadente ma anche nella cronaca giornaliera e tra le associazioni di settore secondo Sbordoni, c'è qualche problema:

"Un giorno si legge che mancano i soldi per le ludopatie, poi che mancano i riscontri sui malati di gioco stessi perché, forse ancora non esistono. Lasciamo da parte il fatto che io abbia una competenza e una conoscenza approfondita di questo settore. Ma rimango basito se mi metto a riflettere che tutto questo accade in altre aree di competenza (forse anche più cruciali per la nostra cita come la Sanità, il Lavoro, l'Economia?, ndr) e noi non lo sappiamo".

Nei numeri scorsi abbiamo parlato dei danni che alcune realtà stanno subendo per tutti questi ritardi. In questo senso lei ha il polso della situazione di chi ci osserva da fuori? Magari dai mercati esteri?

"La sensazione è quella di essere in un mercato regolato bene, che è d'esempio all'estero, ma che poi queste regole non vengano rispettate. C'è comunque la speranza di investire e intervenire. Tutti sono alla finestra anche perché le condizioni del mercato sono cambiate e chi è già dentro invia segnali positivi agli altri. Ma, attenzione, alla finestra più che gli investitori potrebbero esserci gli illegali. Stanno guardando con interesse all'evoluzione dei fatti. Per questo i conflitti attuali vanno sciolti il più presto possibile".

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