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In arrivo la gara del Lotto

Tra le notizie importanti pubblicate la scorsa settimana ci sarebbe un’indiscrezione sul  fatto che il nostro esecutivo entro il 16 dicembre p.v. sarebbe intenzione ad introdurre nella Legge di Stabilità per il 2015 la gara del LOTTO. Nel 2013 – secondo quanto riporta il Libro Blu di ADM – il Lotto ha raccolto 6,3 miliardi, mentre i giochi a base sportiva 3,8 miliardi. Attualmente, il servizio di raccolta automatizzata delle giocate al Lotto come è noto è affidato ad un monoconcessionario.

Differente la situazione del mercato delle scommesse, suddiviso tra oltre 130 concessionari con circa 7400 punti vendita sul territorio e circa 120 operatori (50 dei quali esteri) che vendono i propri prodotti di gioco online. La scadenza non proprio “naturale” della concessione del gioco del Lotto è stata fissata all’8 giugno 2016. Detta data è stata infatti oggetto di un’annosa vicenda giudiziaria iniziata alcuni anni fa e conclusa nel momento in cui la Corte di Appello di Roma ha confermato la scadenza della concessione del gioco fino al 2016.

Ma si sa in questo periodo si cercano di raccogliere fondi ovunque sia possibile. Ed infatti la gara prevederebbe un pagamento upfront di almeno 500 milioni di euro e una gara al ribasso sulla fee, ossia sul compenso che spetta al concessionario, a partire dal 5%, rispetto al 6% attualmente incassato dal monoconcessionario. La corsa sarà anche sull’entità dell’aggio, il compenso che spetta al concessionario. Su questo, ovviamente, la gara sarà al ribasso. Oggi l’attuale mononcessionario incassa il 6 per cento, ma il governo sarebbe intenzionato a partire con un’asticella più bassa, il 5 per cento. Molti dettagli saranno ovviamente affidati ai decreti direttoriali dei Monopoli che dovranno materialmente gestire la gara. A questo proposito di recente sono state pubblicate dichiarazioni di associazioni ed operatori che hanno auspicato che nel nuovo bando di gara sia modificata l’attuale rete di distribuzione del gioco del lotto, e venga previsto un modello pluriconcessionario e non monoconcessionario.

Il gioco del Lotto ha però alcune peculiarità che lo rendono totalmente differente rispetto agli altri giochi, sia per il rischio che è a carico dello Stato, che per quanto attiene allo status dei ricevitori. Per la raccolta del gioco l’ente aggiudicatario o gestore si serve di una rete di punti costituita dai ricevitori. Il rapporto che lega i ricevitori al gestore può essere di diversa natura in funzione del gioco di cui si tratta. In ordine al gioco del Lotto, i ricevitori cosiddetti lottisti sono soggetti di un rapporto concessorio istituito direttamente con lo Stato, in quanto la legge stabilisce che la raccolta del gioco del Lotto è affidata  agli ex dipendenti del Lotto (circa 400) e ai titolari di rivendite di generi di monopolio. Il decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 7 agosto 1990, recante il regolamento di applicazione ed esecuzione delle leggi 2 agosto 1982, n. 528 e 19 aprile 1990, n. 85, sull’ordinamento del gioco del Lotto, stabilisce che il rapporto di concessione intercorre direttamente tra il competente ispettorato dei Monopoli di Stato e il raccoglitore. Questo rapporto secondo alcuni potrebbe essere rivisto. Dovrebbe in particolare cadere il  vincolo ricevitore-lottista, perché lo stesso oramai non sarebbe più in linea con il mercato e con i principi della Comunità Economica Europea. Si ricorda infatti che con i negozi c.d. Monti è venuta meno la differenza tra la rete ippica e la rete sportiva e l’altro gioco affidato ad un monoconcessionario (il SuperEnalotto) non è sottoposto ad alcun vincolo di distribuzione.  Non abbiamo una posizione definita al riguardo. Certo è che gli allargamenti di rete devono essere monitorati e gestiti con attenzione, visto quello che è successo negli anni. Riguardo poi la figura del monoconcessionario e l’idea  magari avveniristica, di un sistema pluriconcessionario, come per quello delle concessioni per la commercializzazione del gioco lecito tramite apparecchi da divertimento ed intrattenimento sembra confliggere eccessivamente con  l’attuale sistema, e quindi costare troppo.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), con segnalazione  del lontano 28 giugno 2007, resa proprio nei confronti di ADM, sottolineava  come «il settore in esame, in ragione degli interessi coinvolti (obiettivi di ordine pubblico, di tutela dei consumatori, di prevenzione della frode), ma anche in considerazione del suo assai significativo valore economico, richiede che le dinamiche competitive si sviluppino ad opera di soggetti caratterizzati da onorabilità e solidità economico-finanziaria, in modo da prevenire l’esercizio delle attività di gioco per fini criminali o fraudolenti e tener conto dell’impatto del settore sulle entrate dello Stato». anche perché «il mercato dei giochi e delle scommesse è caratterizzato da importanti barriere all’ingresso di tipo amministrativo (necessità di ottenere un titolo per operare), ma anche di tipo tecnico (necessità di costituire una rete distributiva)». Pertanto, la concorrenza deve svilupparsi assicurando «la competizione all’interno del mercato stesso (concorrenza nel mercato) e nella fase di ingresso al mercato (concorrenza per il mercato)». 

I tempi sono bui, le risorse mancano ed il settore dei giochi e massacrato oltremisura da un’opinione pubblica deviata da interessi che preferiamo nemmeno accennare. In questo contesto la decisione del governo sarà assai difficile da prendere senza scontentare nessuno. Resta il modello che andrebbe studiato attentamente per prenderne spunto in vista del riassetto del mercato e della rete a terra.

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