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Esports, il Parlamento Europeo approva la risoluzione sul loro riconoscimento

Approvata il 10 novembre scorso dal Parlamento Europeo la risoluzione che riconosce il valore degli esports e dell’intera industria videoludica

Con 560 voti favorevoli, 34 contrari e 16 astenuti, il 10 novembre 2022 il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione che riconosce il valore degli esports e dell’intera industria videoludica, raccomandando una “strategia di lungo periodo per sostenere e incentivare il settore”. L'iter era iniziato l’8 novembre 2021 al Parlamento europeo con il “Rapporto sulla politica sportiva dell’UE: valutazione e possibili vie da seguire”. Sotto il titolo “Sostenere la transizione verso un futuro sostenibile e innovativo”, il punto 92 affermava che “Il Parlamento europeo invita le istituzioni dell’UE ad avviare un dibattito sul futuro e sulle opportunità degli e-sport e a raccogliere dati in per valutare questo settore e presentare uno studio sul suo impatto sociale ed economico”. Dopodichè, la Commissione per la cultura e l’istruzione (CULT) ha incaricato il dottor Tobias M. Scholz e Nepomuk Nothelfer di preparare lo studio, che doveva gettare le basi per l’iter parlamentare nei dodici mesi successivi. Inoltre, la Commissione ha anche assegnato una “Raccomandazione politica”. Lo scopo di queste pubblicazioni e della consultazione fino al voto in Parlamento era di accompagnare il lavoro politico a livello europeo e, in particolare, di preparare la “Bozza di Rapporto su E-sport e videogiochi” (relatore Laurence Farreng). Sia la “Background Analysis on Esports” che la “Policy Recommendation on Esports” sono state presentate il 9 marzo 2022 e pubblicate a maggio 2022. Dopo la discussione, si è arrivati l' 11 novembre scorso finalmente all'approvazione in Parlamento. Con questa Risoluzione, il Parlamento Europeo stabilisce che, a causa della natura senza confini della disciplina in materia, l’Unione Europea sia il livello appropriato per affrontare le sfide degli eSport ed, inoltre, chiede alla Commissione di studiare la possibilità di creare linee guida coerenti e complete in merito allo status dei giocatori professionisti di eSport ed invita gli Stati membri e la Commissione a prendere in considerazione la creazione di un visto per il personale di eSport basato sui visti culturali e sportivi Schengen applicabile a tutto il personale coinvolto nelle competizioni di eSport e a prendere in considerazione misure per facilitare i visti procedure per consentire ai lavoratori di videogiochi di venire nell’UE. Lo stesso Parlamento Europeo, tuttavia, tenuto conto del valore innovativo e comunque culturale di tale settore, della mancanza ancora dei dati, delle definizioni e dei quadri giuridici armonizzati necessari per consentire il pieno sfruttamento del loro potenziale, del fatto che i videogiochi e gli eSport utilizzano tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale e hanno avviato la creazione di spazi virtuali alternativi come i metaversi,  che la definizione di eSport comprende un elemento umano (i giocatori), un elemento digitale (i giochi stessi) e un elemento competitivo, ritiene che gli eSport differiscono dagli sport in quanto gli eSports sono digitali per definizione, sono un fenomeno guidato essenzialmente da soggetti privati con i diritti di proprietà intellettuale che appartengono all’editore del gioco e i diritti di concorrenza all’editore del gioco o concordati contratto per contratto, sono giocati in un ambiente digitale e appartengono a soggetti privati ​​che godono del pieno controllo legale e di tutti i diritti esclusivi e illimitati sui videogiochi loro stessi. Nella Risoluzione, comunque, si sottolinea che Sport e eSports possano integrarsi e imparare gli uni dagli altri e promuovere valori e competenze positivi simili, come il fair play, la non discriminazione, il lavoro di squadra, la leadership, la solidarietà, l’integrità, l’antirazzismo, l’inclusione sociale e l’uguaglianza di genere. Inoltre, il Parlamento europeo riconosce la necessità di salvaguardare gli eSport da problemi di partite truccate, gioco d’azzardo illegale e doping e di educare i giocatori su tali questioni, nonché di proteggere l’integrità delle competizioni. La Risoluzione approvata, poi, invita la Commissione a esplorare le sinergie tra il settore dei videogiochi e la sua strategia di innovazione, in particolare nel contesto della ricerca sul metaverso e tenendo presente la protezione della privacy dei dati e le sfide della cybersecurity, senza perdere di vista il fenomeno degli eSports ed a sviluppare una carta per promuovere i valori europei nelle competizioni di eSport, in collaborazione con editori, organizzazioni di squadre, club e organizzatori di tornei. Il Parlamento Europeo, infine, puntualizza che i videogiochi e gli eSport hanno un duplice ruolo da svolgere nella transizione verde, sia come industria sempre più rispettosa dell’ambiente, sia come mezzo per aumentare la consapevolezza delle questioni climatiche e ambientali tra i giocatori di videogiochi e sottolinea l’importante ruolo che le città e le regioni possono svolgere nel fornire accesso a infrastrutture in grado di ospitare eventi di eSport o facilitare l’accesso ai videogiochi per tutti. In conclusione, si tratta di una tappa storica alla fine del percorso di 12 mesi, che rappresenta al tempo stesso un importante riconoscimento a livello internazionale dell’intera industria videoludica, esports inclusi, anche finanziariamente: infatti, se fino a questo momento i finanziamenti erano limitati alle sole case di produzione nazionali di videogiochi, attraverso ad esempio i programmi Creative Europe e Horizon Europe, con i prossimi passi potranno essere aumentati i fondi e la platea di beneficiari, inclusi gli operatori del settore esports. Nei prossimi mesi spetterà al legislatore europeo seguire le parole del Parlamento con azioni al fine di sostenere uno sviluppo sano e di successo degli eSport in Europa.

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