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EEGC, Sbordoni a Agimeg "Direttiva UE su fornitura servizi media limita il divieto di pubblicità sul gioco"

Il divieto di pubblicità adottato dall’Italia, e poi anche da altri Paesi UE, e i possibili conflitti con la direttiva comunitaria del novembre 2018 sulla fornitura di servizi di media audiovisivi, sono stati al centro di uno dei panel del 12esimo East European Gaming Congress, che si sta svolgendo in questi giorni a Sofia, in Bulgaria. A affrontare la questione è stato Stefano Sbordoni, avvocato esperto di gaming.

"La direttiva" spiega a Agimeg, "introduce il principio di proporzionalità per ogni tipo di restrizione sulla fornitura di questi servizi, in particolare per le restrizioni sulla comunicazione. In altre parole la limitazione deve essere proporzionata agli effetti che si intende ottenere e alla posizione che si va a colpire. Il problema è che nel caso del divieto contenuto nel Decreto Dignità non c'è nessun dato che dimostri quanto la pubblicità del gioco abbia aggravato il problema della ludopatia". Sbordoni sottolinea che "la direttiva non è ancora stata recepita dal Governo italiano, il termine scade nel 2020, quindi c’è tempo. Ciò nonostante deve essere rispettata anche in questa fase dai giudici". Al momento però "non risulta siano state emesse sanzioni per la violazione del divieto di pubblicità", ma secondo Sbordoni "anche perché esiste la direttiva, la norma italiana potrebbe non essere stato possibile applicare in maniera pura e semplice la norma italiana". Nel corso del panel, è stato anche possibile confrontare il divieto italiano con l’esperienza degli altri Paesi, "La Danimarca ad esempio ha valutato i riflessi che lo stop alla pubblicità può avere sulla concorrenza, e in questi termini potrebbe rappresentare una grave violazione dei principi comunitari" conclude Sbordoni.

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