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L'articolo 69 in pillole

I primi passi della legge di Stabilità 2016

Dopo un’attesa non lunga ma molto sentita, lo scorso giovedì (15.10.2015) il Consiglio dei Ministri ha approvato la sua Legge di Stabilità 2016, già inviata a Bruxelles. Solo a seguito del disco verde degli organi europei (che intanto già hanno bocciato la legge di Stabilità spagnola) la Stabilità 2016 verrà sottoposta – sembrerebbe in tempi brevissimi – al vaglio del Parlamento per la definitiva approvazione.

Nel resoconto pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio dei Ministri i conti della Stabilità 2016 tornano: il totale degli impegni è pari ad 29.600 miliardi di euro, a cui corrispondono 29.600 miliardi di risorse. Tra le voci delle risorse due sono relative all’industria del gioco: 500 milioni imposta sui giochi, e 500 milioni giochi (nuove gare). Si deve dare atto al Governo della fiducia che ripone sull’industria sana del gioco nel paese, che vuole, puó e deve contribuire alla crescita. L’industria e tutto il suo indotto devono però essere messi nelle condizioni di poter lavorare e generare reddito, ed essere tutelati da quella politica “apolide” del governo del territorio che per recuperare ciò che ha perso in termini di contributi dal governo centrale continua per ripicca a contrastare l’industria del gioco in maniera scomposta. Questo potrebbe soltanto contribuire alla crisi dell’industria del gioco, tanto da drenare la liquidità necessaria a soddisfare le risorse appostate nel bilancio 2016 del nostro Paese.

Nel dettaglio della manovra i rumors sono stati più o meno confermati. Per gli apparecchi (AWP e VLT) viene aumentato il PREU a far data dal 1 gennaio 2016 (“la misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è fissata in misura pari al 15 per cento dell’ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1 gennaio 2016. (…..) La misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera b), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è fissata in misura pari al 5,5 per cento dell’ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1 gennaio 2016”). Ci si chiede che cosa sara dell’onere di Stabilità 2015, che prevedeva per gli operatori degli apparecchi di cui all’art. 110, comma 6 lett. a) e b) TULPS il c.d. contributo, definito come riduzione dell’aggio, di circa 500 milioni. Un dato, almeno per il momento è certo: la norma che lo prevedeva non risulta abrogata (seppure, a nostro avviso, allo stato resta norma inapplicabile). Salvo ripensamenti e modifiche in corso d’opera, sembrerebbe che l’aumento del PREU e l’onere di Stabilità 2015 possano convivere. Se ciò venisse confermato si tradurrebbe in un disastro per la filiera dell’intrattenimento che non potrebbe sopportare i costi (aggravata in più da quella politica scellerata del governo del territorio) con tutte le conseguenze del caso.

Si riapre anche il condono per i CTD che non hanno aderito alla sanatoria dello scorso anno. Anche nel 2016, entro il 31 gennaio, i CTD “condonandi” dovranno manifestare la propria volontà a seguito di documenti che ADM dovrà pubblicare entro il 5 gennaio p.v., e forse il pagamento della rata per accedere al condono sarà anticipato di qualche mese. Subito dopo il condono, secondo il piano dell’esecutivo, verrà indetta una gara per le concessioni terrestri in scadenza al 30 giugno. La gara si dovrebbe espletare dal primo maggio al 31 luglio mediante “procedura aperta, competitiva e non discriminatoria..tutte le concessioni per la raccolta delle predette scommesse nel rispetto dei seguenti criteri: a) durata della concessione di nove anni, non rinnovabile, per la raccolta, esclusivamente in rete fisica, di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, ivi inclusi le scommesse su eventi simulati ed i concorsi pronostici su base sportiva ed ippica, presso punti di vendita aventi come attività prevalente la commercializzazione di prodotti di gioco pubblici, fino a un numero massimo di 15.000 diritti e presso punti di vendita avente come attività accessoria la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici, fino ad un massimo di 7.000 diritti; b) base d’asta non inferiore ad euro 30.000 per ogni punto di vendita avente come attività principale la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici e ad euro 15.000 per ogni punto di vendita avente come attività accessoria la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici”. E’ ovvio, poi, che il bando sarà prevalente rispetto ad eventuali norme che ne potrebbero impedire l’espletamento. Per le concessioni del gioco on line si prevede un allineamento temporale alle concessioni c.d. comunitarie, e quindi per gli operatori titolari delle concessioni on line c.d. Bersani con scadenza al 30 giugno 2016 verrà indetto un nuovo bando di gara entro il 31 luglio 2016 (il giorno stesso in cui dovrebbe terminare il bando delle scommesse).

Viene quindi prevista: “una gara per la selezione, mediante procedura aperta, competitiva e non discriminatoria, di 80 concessioni per la commercializzazione dei suddetti giochi a distanza nel rispetto dei criteri previsti dall’articolo 24, comma 15, lettere da a) a e) e g), della (…) legge n. 88 del 2009 e previo versamento di un corrispettivo una tantum, per la durata della concessione pari ad euro 200.000”.

Altra gara prevista dal Governo è quella del Bingo per il quale aumenta la base d’asta, non più duecentomila ma trecentomila euro. Le nuove concessioni avranno durata di nove anni e non saranno rinnovabili.

Quindi tra nuovo condono, scommesse terrestri, giochi on line e bingo dobbiamo attenderci dei sostanziali mutamenti nel prossimo anno. Una considerazione: le tempistiche delle normative primarie dei bandi di gara assai raramente sono state rispettate nel corso dell’ultimo ventennio. Anche a voler essere ottimisti forse il Governo dovrebbe valutare che una tabella di marcia cosi severa e stretta non potrà essere rispettata. Tutti i bandi di gara devono essere sottoposti al vaglio del Consiglio che solitamente non ama sottostare alla calendarizzazione imposta da una Legge di Stabilità. Tuttavia i presupposti per far bene ci sono: basta fare un po’ di ordine e si potrà anche evitare il solito rimbrotto della Corte di Giustizia Europea.

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