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Il gioco illegale non fa male

Quello che ci dicono in molti di più di quanto si potesse credere, è che il gioco illegale non fa male. Non produce quei danni così gravi ed estesi alla salute degli italiani come da molte altre parti si vuole affermare faccia il gioco legale. E questo non è un luogo comune e neppure uno slogan di propaganda, sono fatti.

La provincia autonoma di Bolzano con la legge provinciale n. 13/10 aveva vietato l’installazione di apparecchi da gioco nelle zone c.d. sensibili. Dopo circa due anni dalla legge i casi di ludopatia sarebbero dovuti diminuire. Succede invece che – nonostante stranamente nessuno ne parli – i casi di ludopatia siano aumentati del 99%. Anche se il Tar Bolzano con la sentenza n. 320/15 del 20 ottobre 2015 continua a ribadire la legittimità dei vari provvedimenti adottati dalla provincia di Bolzano e dai suoi comuni, l’aumento dei casi di ludopatia dovrebbe quanto meno far riflettere sul fatto che le misure adottate nel 2010 hanno fallito. Qualche crepa all’assetto normativo della provincia autonoma di Bolzano viene evidenziata anche nella pronuncia citata, laddove si richiama il principio espresso nell’art. 7 del Decreto Balduzzi; evidenzia, infatti, il giudice amministrativo di Bolzano che “E’ noto che le prime misure volte a vietare l’installazione di apparecchi da gioco nelle zone c.d. sensibili sono state adottate dalla Provincia autonoma di Bolzano con la legge provinciale 22 novembre 2010, n. 13. Solo due anni dopo, con il D.L. 13 settembre 2012, n. 158 (convertito con la legge 8 novembre 2012, n. 189), il legislatore statale, ha adottato “misure di prevenzione per contrastare la ludopatia”). Sennonché, nonostante il lodevole intento espresso nella rubrica dell’art. 7, nella loro stesura finale, le misure adottate si rivelano blande rispetto alla finalità che lo stesso legislatore si era dato; e la loro attuazione, oltretutto, viene rimandata nel tempo”. L’invito quindi è quello di dare attuazione al decreto Balduzzi per definire un piano serio sul territorio che valga anche a contrastare il gioco illegale, quello che prolifera laddove il gioco legale viene vietato.

Il gioco illegale si espande, anche attraverso i c.d. TOTEM, che nella provincia di Bolzano (ed anche altrove) non sono contrastati nel giusto modo, e sono oramai presenti in tutti gli esercizi commerciali dove prima erano installate le AWP. Il risultato della repressione? Nessun controllo da parte delle autorità locali, con il gioco che viene canalizzato in circuiti illeciti a danno di tutta la cittadinanza. A tal proposito è stato pubblicato sul sito di un’importante testata giornalistica nazionale un video che ritrae un giovane che si definisce “un giocatore d’azzardo patologico”. Il giovane si è ripreso con una videocamera in un bar di Bolzano per mostrare come sia facile perdere giocando ad un c.d. “totem”. “Ho perso 850 euro in pochi minuti e allora ho deciso di filmare tutto – scrive lo stesso giocatore – per farvi vedere quanto è facile rovinarsi giocando a un totem in un bar di Bolzano, non alle slot-machine o videolottery legali che sono state tolte dai bar”. Ora è evidente che queste notizie non fanno comodo a coloro che cercano di delegittimare il sistema statale del gioco legale, ma si ribadisce: laddove lo Stato è presente nel settore del gioco pubblico anche i paventati danni per la cittadinanza sono contenuti, tracciabili e curabili. Abbiamo sentito il dirigente dell’ASL di Bergamo riferire – nel corso del convegno tenutosi a Montecitorio lo scorso 9 novembre – che il 96% della popolazione non ha problemi di ludopatia. Le campagne mediatiche contro il gioco dunque non sono basate su dati certi. Cosa significa questo? Che il gioco pubblico legale e lecito non fa tutto il male che si cerca di dimostrare, ma anzi crea i fondi erariali per la salute stessa, per la prevenzione e per la cultura. Le nuove gare, che permetteranno di sostituire – e non tutti – i punti già esistenti, le cui concessioni sono tutte in scadenza al 30 giugno 2016, costituiscono un’opportunità per creare una rete sana che soddisfi anche le giuste istanze della società civile.

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