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Gioco e bit coin: un matrimonio predestinato?

Era il novembre del 2013 quanto il Bitcoin entrava ufficialmente negli atenei ciprioti, e la University of Nicosia (UNic) permetteva ai propri studenti (5mila circa) di usare i Bitcoin per pagare le tasse scolastiche. Oltre ad essere la prima accademia al mondo ad adottare una simile decisione, era anche molto attiva nella diffusione culturale della moneta digitale liquida, tanto è vero che dalla primavera del 2014 vennero introdotti dei corsi di laurea in “Digital Currency”, che avevano lo scopo di educare manager privati e pubblici alla comprensione delle opportunità offerte dal sistema finanziario digitale.

Altro obiettivo della University of Nicosia era quello di fare di Cipro un hub mondiale per le attività bancarie e lo scambio di Bitcoin. Le oscillazioni repentine della moneta digitale, secondo la menzionata università, facevano sì che questa moneta fosse poco utilizzabile nella quotidianità, ma l’iniziativa dell’ateneo privato cipriota tendeva ad esaltarne le qualità abituando i propri studenti – soprattutto quelli provenienti da altri Paesi – a farne uso. Il governo cipriota suggeriva addirittura l’uso dei Bitcoin per fare uscire il mondo dalla crisi economica del 2013.

Anche per la Fed le monete digitali (come i Bitcoin) sono un’opportunità del futuro, anzi sono già realtà.

Durante il mese di luglio del 2010 la moneta digitale valeva 5 centesimi di dollaro; ad oggi sta acquistando sempre più valore. Sebbene il fenomeno delle criptovalute sia sicuramente di portata mondiale, e nonostante il numero crescente di portafogli crypto e le transazioni siano sempre in aumento, Bitcoin rimane uno strumento di nicchia. Per diventare un mezzo popolare di pagamento, deve essere accettato dalle grandi reti commerciali e dai diversi sistemi di pagamento. L’impiego diffuso di Bitcoin dipende dalla capacità delle persone di pagare le bollette e fare acquisti in cryptocurrencies.

Anche questo tabù sembrerebbe però essere stato superato. Da una notizia apparsa on line lo scorso 28 aprile sembrerebbe che una piattaforma importante di video giochi – Steam – si potrà avvalere dei bitcoin. Sebbene le criptovalute acquistino ogni giorno di più significato nel mercato globalizzato, sembrerebbe che dal punto di vista normativo il fenomeno sia completamente ignorato dal nostro Paese, troppo impegnato nelle beghe tra governo centrale e territorio. Non del tutto invece lo è per il regolatore/legislatore di Bruxelles. Ed infatti il Governo della Comunità europea non poteva rimanere silente ed inerte davanti a questo sviluppo improvviso e senza alcun tipo di controllo. A tal proposito giova rilevare che la Commissione Europea Affari Economici e Monetari ha pubblicato un draft report sulle monete digitali e la blockchain. Il paper suggerisce la creazione di una Task Force che si occupi di queste innovazioni, che dovrebbe eleggere legislatori e tecnici esperti per monitorare e valutare le varie applicazioni della blockchain. Lo staff di questo gruppo sarebbe autorizzato a raccomandare misure legislative e occuparsi di eventuali problemi di sicurezza per i consumatori.

Il report è stato redatto da Jakob von Weizsäcker, un membro tedesco della Commissione Parlamentare Europea Affari Economici e Monetari. Il documento evidenzia i bassi costi di transazione e trasferimento delle valute digitali nonché la velocizzazione che esse comportano per i sistemi di pagamento.

Il Consiglio Europeo ha recentemente approvato lo sviluppo di nuove regole per i siti di scambio di valute digitali (virtual currencies exchange) e per i wallet providers entro la fine di Giugno. Le nuove regole dovrebbero includere emendamenti alla Quarta Direttiva AML (AMLD4) e alla Seconda Direttiva sui Servizi di Pagamento (PSD2). Altra funzionalità da ultimo introdotta (febbraio 2016), che dà valore aggiunto alle criptovalute è quella del nanopayments Bitcoin. Gli utenti hanno ottenuto la possibilità di pagare solo per le informazioni utili e i produttori di contenuti possono monetizzare i propri prodotti in modo più rapido.

Grazie ai nanopayments si potranno effettuare acquisti di beni e servizi per un ammontare fino a un centesimo o meno.

Questo servizio fornisce il trasferimento immediato dei fondi e ad alta frequenza di transazioni: un utente può effettuare diverse operazioni in un secondo.

Ed ancora, i nanopayments consentono agli utenti di pagare solo per una parte dei contenuti (video, testi, ecc) che risultano veramente interessanti, ed i pagamenti vengono effettuati in uno scatto senza registrazione. I sistemi tradizionali non sono interessati a micropagamenti a causa dei costi di gestione elevati; tuttavia un operatore del settore, SatoshiPay, ha mantenuto i costi al minimo.

Andrebbe di certo valutata l’ipotesi di un bit-coin come l’unica cripto valuta ammessa da ADM nell’ambito del gioco pubblico, al fine di rendere più sicuro tutto il sistema dei giochi on line, evitando fenomeni di riciclaggio ed anche di frode e collusione, perché magari coloro che hanno intenzione di porre in essere una condotta fraudolenta a danno dei concessionari e di ADM potrebbero essere scoraggiati dall’utilizzo delle criptovalute e da tutti i passaggi necessari affinchè vi sia la conversione del denaro. Anche il prodotto sarebbe più appetibile per due ordini di motivi:

  • la velocità dell’operazione con la possibilità di effettuare scommesse live on line ottimizzando i tempi;
  • i costi notevolmente ridotti rispetto ai normali strumenti di pagamento, che solitamente applicano delle commissioni importanti, pur non svolgendo al meglio il loro lavoro.

Potrebbe dunque essere interessante che nella prossima gara per le concessioni di gioco on line, visto e considerato che è l’unica gara non sottoposta al giogo della conferenza Stato-servizi, il tema strumenti venisse affrontato con un po’ di coraggio, magari introducendo il bit-coin, quale strumento di pagamento. L’Agenzia ancora una volta potrebbe confermarsi all’avanguardia della regolamentazione del settore.

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