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I lavori degli organi europei in tema di raccolta di gioco on line

In una platea da grandi occasioni, la settimana scorsa il Parlamento europeo ha discusso l’interrogazione sul gioco on line presentata lo scorso novembre in relazione alle recenti sentenze della Corte di Giustizia.

Vale riportane il testo integrale: “La Corte di giustizia europea conferma nella sua sentenza C-42/07 che ciascuno Stato membro è libero di fissare gli obiettivi della propria politica in materia di scommesse e gioco d’azzardo e di definire il livello di protezione richiesta.
Pertanto ogni Stato membro è autorizzato a vietare agli operatori di offrire giochi d’azzardo via Internet all’interno del proprio territorio, anche quando sono stabiliti in altri Stati membri in cui forniscono legalmente servizi analoghi. Tuttavia, le restrizioni (sulla libera prestazione di servizi) devono essere adatte a raggiungere l’obiettivo o più obiettivi, invocati dallo Stato membro interessato e devono essere proporzionate e applicate senza discriminazioni. La Corte di giustizia sottolinea quest’ultimo punto. A tal proposito, la legislazione nazionale è adeguata a garantire il conseguimento dello scopo perseguito solo se è fatta, in modo coerente e sistematico. Nel frattempo, diversi Stati membri stanno rivedendo il proprio quadro normativo in questo settore.

Il Parlamento chiede alla Commissione:

  1. Quali iniziative ha concepito la Commissione, alla luce di dette sentenze CE sul gioco d’azzardo on line, e, qual è inoltre lo stato di avanzamento delle procedure di infrazione che la Commissione ha avviato nei confronti ha avviato nei confronti di diversi Stati membri al fine di verificare se le misure nazionali che limitano la fornitura transfrontaliera di servizi di gioco d’azzardo on line sono compatibili con il diritto comunitario?
  2. Può la Commissione commentare i recenti sviluppi legislativi negli Stati membri nel contesto di dette sentenze della Corte di Giustizia?
  3. Intende la Commissione predisporre un quadro normativo comune atto a gestire la crescente attività trasfrontaliera di gioco d’azzardo on line, al fine di garantire il gioco d’azzardo on line responsabile, con riferimento alla tutela dei consumatori vulnerabili alla prevenzione delle dipendenze compulsività, e ad evitare la criminalità organizzata? “.

Il messaggio è diretto e chiaro: basta caricare di lavoro la Corte di Giustizia, investita sia dalla Commissione che dai giudici degli Stati membri di problematiche alle quali può dare risposte solo camminando sulle uova per non deludere nessuno. Serve piuttosto un indirizzo unitario che soltanto la Commissione è in grado di dare, e che concretizzi misure alternative alle procedure di infrazione. In questa ottica degni di nota appaiono gli interventi di quei parlamentari europei che hanno evidenziato la necessità di trovare una regolamentazione unitaria ed omogenea a livello comunitario, visto e considerato che a livello di singola legislazione di Stati membri si passa da un eccesso di liberalizzazione ad un divieto assoluto di raccolta di gioco on line. L’acclarata differenziazione genera una confusione tale che anche la nostra normativa interna in tema di giochi e scommesse, decisamente all’avanguardia rispetto a quelle di quasi tutti gli altri Paesi, viene messa alla gogna davanti ai giudici della Corte di Giustizia. Si spera che il neoeletto Commissario del Mercato Interno abbia la sensibilità per capire che una regolamentazione a livello unitario potrebbe costituire un’ottima opportunità per tutti gli Stati membri. E se una regolamentazione fosse troppo, comunque l’enunciazione di principi generali concordati sarebbe un gran passo avanti. Quel decalogo europeo dei giochi che chi scrive va sostenendo da tempo.

Intanto a quarantotto ore dalla investitura il Commissario sta gettando le basi per un dialogo con tutte le parti in causa. Deve fare ordine per chiarire ruoli e mansioni, e far collaborare tutti in maniera costruttiva. Il lavoro infatti deve iniziare ab origine, dagli Stati membri. Ad esempio nel nostro Paese alcuni tribunali, non sufficientemente informati (ne formati), continuano a sostenere che la normativa italiana è in contrasto con i principi di libertà di stabilmento e libera circolazione di merci e di servizi: sappiamo bene quanto questo sia falso. Ma se per assurdo volessimo darlo per vero, allora saremmo in linea con la maggior parte degli Stati membri, che ribadiscono la necessità di un monopolio statale quasi assoluto, e quindi in linea con la Commissione (e con la CdG) che li tollera e non li sanziona. Finalmente nei vari ambienti della Comunità europea quest’anomalia è stato acclarata, e si richiede a gran voce da parte di un nutrito numero di parlamentari la necessità di regole transfrontaliere che tutelino in modo assoluto il sia il consumatore che gli operatori di gioco. Il neo eletto Commissario sembra aver idee chiare in proposito; ha rinviato al prossimo autunno, nel corso del quale dovrebbe illustrare un documento programmatico in materia di raccolta del gioco.

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