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Comunitaria e decreto sul poker cash: cambia la rete on line, ma la rete terrestre?

Ottobre porterà l’autunno sulla Bersani on line, ma sara’ primavera per il gioco telematico. Il cash gamesdovrebbe diventare operativo, salvo colpi di scena giudiziali e non. Anche questa volta – come già si era verificato nel 2009 – l’Unione Europea non si è opposta al decreto. Semaforo verde, per il momento, al decreto con la disciplina di gioco, regole sull’imposta, procedure di certificazione delle piattaforme di gioco.

Più specificatamente si tratta del decreto direttoriale recante disciplina dei giochi di abilità nonché dei giochi di sorte a quota fissa e dei giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo con partecipazione a distanza (il poker cash), e della “Regola tecnica per la determinazione dell’imponibile sul quale calcolare la relativa imposta unica sui giochi di sorte a quota fissa sui giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo con partecipazione a distanza”, e “Procedure per la certificazione di piattaforme di gioco da remoto generatori di numeri casuali e applicazioni di gioco”. Il cash game dovrebbe garantire entrate importanti per gli operatori (vecchi e nuovi): nel 2011, alla stima dei circa 215 milioni derivanti dalla già attiva modalità torneo, si aggiungeranno i proventi del cash, valutabili – seguendo le stime degli analisti di una società di consulenza del settore – in circa 200 milioni di euro, per un totale vicino ai 415-430 milioni e un’impennata nei ricavi pari all’80% rispetto all’anno in corso. Altro passaggio importante sarà costituito dal termine dello stand still degli atti attuativi della legge n. 88/09 (c. d. “legge comunitaria”) inviati in Commissione. Con questa legge ed i relativi provvedimenti (decreto direttoriale; schemi di convenzione con allegati, regole amministrative, et cetera) la concessione on line, come già detto in diverse occasioni, acquista una propria identità: non ci saranno più le differenze, oramai desuete, tra gioco su base ippica e su base sportiva, mentre si potranno commercializzare tutte le tipologie di gioco on line autorizzate per la durata della concessione.
Mentre quindi la regolamentazione dell’on line si adegua alla domanda del mercato e diventa sempre più competitiva a livello europeo e mondiale quale prototipo e modello d’avanguardia da emulare (sebbene ci sia sempre una personalizzazione che differenzia, si pensi al caso francese), succede che la nostra rete terrestre separata di netto dal gioco telematico (questa la volontà degli addetti ai lavori) entra sempre più in crisi, schiacciata dalla concorrenza sleale degli operatori che invocano sine titulo i principi del Trattato della Comunità, oltre che da quelli più sfrontati che operano totalmente in nero. Succede che il legislatore, assai sensibile alle problematiche del gioco on line illegale grazie ai decreti sull’oscuramento, sebbene abbia previsto importanti integrazioni alle legge n. 401/89, non riesce ad ostacolare in maniera costruttiva il proliferare di coloro che operano senza concessione, e che quindi non sottostanno al nostro sistema, e la cui raccolta non viene canalizzata in circuiti leciti e controllati. Ecco quindi che le imprese dedite alla raccolta del gioco terrestre si ritrovano sempre più depauperate di mezzi, senza i quali la lotta e il contrasto al gioco illegale diventa una battaglia contro i mulini a vento.

Non giova a questo la coesistenza a tutt’oggi di piu reti a terra (Bersani negozi e corner, agenzie c. d. 2000, Giorgetti) che oltre a creare problemi di gestione all’amministrazione, non permettono una visione chiara al legislatore nè una programmazione certa all’impresa. L’introduzione delle VLT poi, oltre a scombussolare le reti, ha introdotto nuove figure di esercizi dedicati al gioco: ben fatto, per carità. Anzi, sarà da vedere se questi ultimi non vadano ad assorbire mano a mano i primi. Riteniamo che si debba addivenire ad una razionalizzazione della distribuzione dei giochi, magari separando la concessione dai luoghi fisici dove questa si esercita, con due regimi distinti. Di certo rivedere i criteri oramai desueti della rete Bersani. Ma ci sarà tempo e modo di riparlarne.

Nel frattempo gli operatori delle Piccole e Medie Imprese, nell’ottica della trasformazione del settore pensano a forme di aggregazione. Tali imprese che oggi rappresentano comunque una importante fetta del mercato dei giochi non foss’altro che in termini di esperienza, restano una risorsa importante, che ha saputo rispondere con vitalità alla sfida dei grandi operatori specialmente nell’on line. E qui lo scudo è formare aggregazioni che permettano loro, pur conservando la propria specificità, di competere in un mercato dove volumi, liquidità, radicamento e conoscenza del territorio, vicinanza al cliente – nonostante la separazione dei canali di commercializzazione in atto – avranno sempre maggiore importanza. Consorzi come il CORGIP (costituito da 24 società concessionarie indipendenti) intenzionati ad inserirsi nel futuro mercato del gioco telematico post Comunitaria, possono essere un esempio di come dalla unione di realta’ medie e piccole sia possibile creare un soggetto unitario capace di raccogliere volumi di gioco considerevoli (200ml di euro per il 2010), magari con risparmi gestionali, dove la spinta al telematico viene proprio dall’esperienza a terra.

L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale “TS”

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