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Mille proroghe all’italiana

In data 29 dicembre us, pubblicato su G.U. n. 244 del 30 dicembre 2016, veniva approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legge n. 244/16 “proroga e definizione dei termini”. Anche quest’anno, in pieno stato d’emergenza dopo la crisi del governo, il nuovo esecutivo è dovuto ricorrere al c.d. “decreto milleproroghe”, provvedimento normativo in cui vengono, appunto, “prorogate” una serie di norme in scadenza.

È una consuetudine molto criticata del funzionamento dello Stato, anche perché i decreti legge in teoria dovrebbero essere adottati solo per casi di grande necessità e urgenza. Il decreto legge in esame dovrà essere convertito entro e non il 28 febbraio p.v. Quanto all’iter parlamentare, la Camera ha già provveduto all’esame del testo e lo ha restituito al Governo in data 5 gennaio u.s. Ad oggi il decreto milleproroghe si trova presso la Commissione permanente (Affari Costituzionali) del Senato; il termine per presentare emendamenti scade alle ore 18.00 del 19 gennaio p.v.

Nel testo, approvato dal Governo sul finire dello scorso anno, non erano state previste norme che riguardassero il settore dei giochi e delle scommesse, ma oggi ci sono da prendere in materia decisioni che non possono essere rimandate. Il primo emendamento potrebbe riguardare il rinvio del progetto delle slot machine da remoto al 1 gennaio 2018.

Nella prima bozza presentata dal Governo pare fosse contemplata la proroga di qualche mese, massimo un anno, del debutto delle Awp da remoto, in considerazione del fatto che le stesse non fossero ancora tecnicamente pronte al debutto. Di fatto poi, com’è noto, non è stata prevista alcuna proroga tecnica. Altre proroghe di cui si è vociferato sono quelle della gara per la commercializzazione dei giochi pubblici su base ippica e su base sportiva (15mila punti vendita), e delle 220 licenze per sale Bingo. Le gare per il gioco terrestre (scommesse e Bingo) dipendono – è un fatto – dall’esito della conferenza Stato Regioni. L’ennesimo incontro tra Stato e governo del territorio doveva svolgersi il giorno 19 gennaio p.v.: dato, però, che le parti sembrerebbero non aver raggiunto ancora un accordo definitivo, dovrebbe essere rimandato tutto a febbraio.

Due i punti su cui ancora non ci sarebbe intesa, orari e distanze: gli stessi cruciali punti che hanno animato i contenziosi nei tribunali amministrativi regionali. I provvedimenti dei TAR (ordinanze e decreti cautelari) vengono oramai pubblicati quasi ogni giorno. Peraltro con un tangibile cambio d’orientamento giurisprudenziale, che in più occasioni sta evidenziando (si veda la recentissima pronuncia del Tar Toscana riguardo il regolamento del Comune di Grosseto) come l’ente locale, nell’emanare provvedimenti restrittivi solo su attività lecite (quelle illecite non sottostanno agli obblighi comunali e regionali), ometta qualsivoglia forma di attività istruttoria. Il più delle volte, quindi, ci troviamo di fronte a regolamenti che si sono ispirati a realtà diverse, dove magari i Comuni del Sud Italia imitano e “copiano” le norme restrittive dei Comuni del Nord della nostra Penisola, ma nella quasi totalità dei casi tutti privi di fondamenti scientifici e debita istruttoria. Errori gravissimi di cui finalmente i magistrati si stanno accorgendo, e che devono far riflettere tutti gli addetti ai lavori sulla superficialità di come è stato affrontato il tema da parte di tutti.

Qualora il Legislatore fosse costretto a prorogare oltre il 2017 le nuove gare – con tutte le implicazioni che ciò comporterebbe, sia per gli operatori privi di titolo che di compatibilità con la norma europea – dovrebbe dare comunque un segnale forte al governo del Territorio. La mancata indizione delle gare, oltre a creare un buco nelle casse dello Stato, non porrà alcun rimedio né all’illegalità né alla c.d. ludopatia (entrambe tanto sbandierate quanto poco analizzate), fatti di cui qualcuno prima o poi si dovrà assumere la responsabilità.

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