Il futuro nel settore dei giochi: discussion paper
Sarà pure Brexit ma di certo gli Inglesi una dote la hanno: quella di essere all’avanguardia e di comprendere le esigenze dell’industria del gaming.
Entro il prossimo 30 settembre gli operatori del gioco dovranno inviare le proprie osservazioni alla Gambling Commission, che analizzerà i contributi per redigere un documento ufficiale entro la fine dell’anno, i cui temi principali sono: 1) moneta virtuale, 2) social games, 3) eSports (i tornei professionistici di videogiochi sui quali si può anche scommettere). Sono questi i tre driver di sviluppo del gioco del futuro per i quali la Gambling Commission britannica ha deciso di lanciare un discussion paper, una discussione pubblica. L’obiettivo è stabilire meglio i contorni fra divertimento e gioco con real money, in un momento in cui la tecnologia propone delle offerte di gioco avanzate (si pensi alla realtà aumentata) e che possono andare oltre l’attuale regolamentazione.
La preoccupazione del regolatore inglese è quella di garantire che i consumatori siano protetti e i soggetti più a rischio, i minori in particolare, non siano danneggiati dalle offerte di gioco. La consultazione dovrebbe essere un momento di riflessione per adattare le regole ed evitare problemi.
Perché non prendere in considerazione l’esempio britannico, che sa cogliere le esigenze del settore (social gaming e monete virtuali ecc. ecc.) invece di litigare su distanze ed orari favorendo l’illecito?
Con la beffa, peraltro, che il nostro PIL fa riferimento anche ai dati delle attività della criminalità organizzata. Si prenda ad esempio il metodo britannico il cui governo, individuato un problema (come nel settore del gaming on line sempre in continua evoluzione), apre una consultazione in cui, in aperto contraddittorio – e non come succede nel nostro Paese, sebbene vi sia una Legge che puntualmente viene ignorata (Legge n. 241/90 e successive modifiche ed integrazioni) che impone la partecipazione di tutte le parti in causa – invita le parti ad esprimere le proprie ragioni ed eventualmente a fornire delle indicazioni. L’obiettivo che si prefigge l’Autorithyinglese, è quello di stabilire meglio i confini fra divertimento e gioco d’azzardo, in un momento in cui la tecnologia permette offerte di gioco avanzate, anche oltre l’attuale regolamentazione.
Il monito dell’Autorithy è nei confronti degli operatori non autorizzati: dovranno fermarsi e affrontare le conseguenze. Riguardo i bitcoin sembrerebbe esserci una apertura, ma con il monito agli operatori che qualora intendessero avvalersi di questa modalità di pagamento, dovranno avere massima attenzione al riciclaggio. Nei dibattiti a cui chi scrive ha personalmente assistito, il bitcoin viene già associato al riciclaggio; senza però aver dibattuto l’ipotesi di un utilizzo in positivo, e magari proprio nel settore dei giochi. Da primi della classe nel regolamentare il settore del gioco on line, potremmo esaminare meglio il tema. L’Australia, ad esempio, si sta muovendo per diventare uno dei primi Paesi al mondo a regolare le valute digitali come i Bitcoin, e proprio a seguito della stretta del Governo contro il riciclaggio del denaro e a contrasto del finanziamento del terrorismo. L’Australia non esclude a breve di poter adottare i Bitcoin anche per i pagamenti per il gioco online, ispirandosi al modello inglese. Per rendere il ns PIL sano, senza inserire voci scomode per tutti (criminalità organizzata e prostituzione), è necessario essere propositivi e stare al passo con i tempi (in passato ci siamo riusciti) e magari una volta che la caccia alla streghe contro l’industria sana dei giochi sarà terminata, regolare anche i social games, gli esports e la moneta virtuale.