Le imprese del gioco, le banche, e i "trattamenti penalizzanti"
9.000 interventi nel settore dei giochi e delle scommesse: sono i numeri resi noti dalla Guardia di Finanza che ha pubblicato il consueto Report annuale contenente l'attività di controllo fiscale operata nel corso dell'anno appena passato. Nel dettaglio le Fiamme Gialle hanno scoperto 3.500 violazioni a carico di 10 mila responsabili, che sono stati denunciati. Le imposte non riscosse sulle scommesse sportive ammontano a 123 milioni di euro.
L'attività delle Forze dell'Ordine, quindi, nel settore dei giochi è particolarmente corposa e frequenti sono i sequestri. La cronaca porta alla ribalta continuamente casi di aziende sequestrate e non sempre a causa di evasione fiscale. Spesso infatti dalle indagini emergono collegamenti alla criminalità organizzata che è un bene che emergano e vengano debellati.
Recentemente la Banca d'Italia ha pubblicato un ampio resoconto che analizza proprio le relazioni fra le imprese sequestrate alla criminalità organizzata e il sistema bancario.
Come riporta lo Studio Sbordoni – Nella prima parte il testo esamina l'evoluzione dell'impianto normativo in materia di beni sequestrati e confiscati, ponendo in luce le criticità che permangono nonostante gli sforzi per giungere a un assetto organico nella prospettiva della lotta alla criminalità sul piano economico.
Nella seconda parte l'analisi dei profili creditizi e gestionali delle imprese suggerisce e raccomanda che non vi siano, dopo il provvedimento giudiziario, trattamenti penalizzanti da parte delle banche rispetto a quelli utilizzati con altre aziende operanti negli stessi settori, nelle stesse aree geografiche e con profili gestionali simili.
Tale conclusione sembra da ricollegare anche alla considerazione che il deterioramento dei principali indicatori si riscontra già negli anni precedenti al provvedimento, presumibilmente anche a seguito di comportamenti anticipatori delle banche, indotte a ridurre cautelativamente la propria esposizione ai primi segnali di un coinvolgimento in indagini antimafia.
Questo accade spesso alle imprese che si occupano del gioco che, anche nei casi in cui non siano affatto toccate da indagini, da coinvolgimenti di sorta, subiscono una sorta di "pregiudizio" o di "trattamento penalizzante" rispetto al comparto di riferimento, spesso, invece, come i dati della Finanza mostrano, nel mirino di fisco e antimafia.
Un giusto e opportuno strumento, quello della Banca d'Italia, che, si auspica possa essere preso in considerazione anche per un settore, quello dei giochi, provato da anni di attacchi che ne hanno compromesso la redditività sia in termini industriali, sia dal punto di vista della contribuzione erariale.