Il progetto della Legge di Stabilità potrebbe introdurre riforme fiscali sul gioco in Italia
La bozza della Legge di Stabilità 2016 è stata discussa questo mese in Italia ed è stata accompagnata da proposte tanto attese incluse 80 nuove licenze online. Stefano Sbordoni, socio fondatore dello Studio Legale Sbordoni, discute il progetto, nonché le implicazioni del recente documento "Misure relative ai giochi" dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le sue raccomandazioni.
La legge di stabilità 2015 (legge n° 190 del 23 dicembre 2014) è entrata in vigore il 1° gennaio 2015 ed è finalizzata a proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza, così come i bambini e i membri più deboli della società. A partire dal 1° gennaio 2015, questo ha segnato l'avvio in Italia di una procedura per legalizzare la posizione di quelle parti attive a partire dal 30 ottobre 2014 che, su qualsiasi base, raccolgono scommesse e pagano le vincite in contanti in Italia, sia sui propri conti che su conto di terzi, compresi quelli domiciliati all'estero, senza essere collegati al Totalizzatore nazionale gestito dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Questa procedura ha comportato la presentazione di tali operatori entro la fine di gennaio e l'impegno a firmare l'accordo correlato entro il 28 febbraio. Tuttavia, un operatore può incassare solo scommesse in seguito al pagamento dell'imposta forfettaria riscossa ai sensi del Decreto n. 504 del 23 dicembre 1998 e le sue successive modifiche, che erano dovute per gli anni fiscali precedenti al 2015 che non erano ancora stati chiusi ai fini dell'ispezione fiscale. Questa tassa sarà pagata dal gestore del negozio o dall'operatore di gioco.
Su richiesta, il proprietario dell'attività o del negozio di scommesse ha ottenuto il diritto, fino alla scadenza delle attuali licenze governative per la raccolta di scommesse, di gestire i proventi da gioco di questo tipo anche per conto di un titolare di una concessione esistente.
Questa procedura ha portato all'emergere di nuovi negozi di scommesse in Italia. In un mercato già saturo, la legalizzazione dei nuovi negozi di scommesse ha reso gli operatori esistenti ancora più infelici. Alcuni licenziatari rafforzavano le loro posizioni acquistando nuovi negozi di scommesse, ma il danno causato ai piccoli bookmaker era indubbiamente considerevole.
Le licenze scadranno il 30 giugno 2016 e il governo ha annunciato il bando di gara tanto atteso insieme alla bozza della legge di stabilità 2016, nell'ottobre 2015. L'invito includerà il rinnovo del bando per le offerte di bingo, annullato a ottobre 2014, con gli operatori che al momento continuano a operare sulla base di un'estensione di fatto, che non legittima pienamente tali attività. La nuova bozza della legge di stabilità, che deve ancora essere approvata dal Parlamento, prevede:
a) una nuova gara per 15.000 licenze terrestri e per 7.000 negozi in cui solo un angolo del negozio è dedicato al gioco. La gara si terrà il 31 luglio 2016;
b) una nuova gara per 80 nuove licenze online il 31 luglio 2016;
c) una nuova gara per 250 licenze di bingo.
Sembra che, con l'avvicinarsi del nuovo anno, il settore del gioco pubblico in Italia possa aspettarsi una stagione ricca di riforme. In effetti, ci sono alcuni segni che lasciano spazio alla speranza.
La mancata attuazione di un quadro per le riforme fiscali ha indubbiamente rallentato la crescita del settore dei giochi pubblici, con l'assenza di linee guida per il settore e, soprattutto, l'incapacità dei concessionari di preparare piani finanziari di qualsiasi tipo per le loro attività, soprattutto in termini di investimento.
Il quadro per le riforme fiscali prevedeva, infatti, una revisione completa dei giochi. Un certo numero di indicazioni importanti verso il futuro si possono trovare nel documento intitolato "Misure in materia di giochi" inviato al governo dall'ADM (l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, il controllore centrale del gioco in Italia) alla fine di settembre. Sebbene i contenuti di questo documento non siano vincolanti, l'analisi del testo identifica gli elementi che possono essere utilizzati per riscrivere le regole per l'intero settore del gioco pubblico. In primo luogo, nell'introduzione al documento l'ADM conferma che la mancata attuazione del quadro delle riforme fiscali da parte del sistema rappresenta una grave lacuna, oltre alla perdita di un'importante opportunità che avrebbe portato innovazioni all'intero settore, rendendolo più efficiente e produttivo. Infatti, l'ADM afferma che i decreti di abilitazione di cui all'articolo 14 della legge del 23 dicembre 2013 (sic) avrebbero consentito il perseguimento di tre obiettivi importanti:
1) l'eliminazione delle differenze tra i governi centrale e territoriale (regioni e comuni), che hanno, secondo il documento ADM, "confuso il quadro normativo complessivo, rendendo altamente incerta l'identificazione di vere opportunità di mercato"; ad oggi, i regolamenti attuati dai governi territoriali (regioni e comuni) sono in conflitto, ponendo restrizioni all'apertura e al funzionamento dei negozi di scommesse e stabilendo divieti e requisiti, ad esempio, per mantenere una certa distanza dalle cosiddette posizioni sensibili. In particolare, anche i cimiteri sono considerati luoghi sensibili. Accanto a questa situazione paradossale, le sentenze di diversi tribunali amministrativi regionali - impugnate dai titolari di licenza per far valere i loro diritti concessi dallo Stato - hanno, al contrario, confermato il potere legislativo delle regioni su questioni relative alla sanità pubblica. E, naturalmente, si ritiene necessario proteggere la salute pubblica dal rischio di dipendenza dal gioco;
2) la creazione, o meglio, la "ricreazione" di condizioni legali e di mercato più affidabili al fine di consentire ai titolari di concessioni di giochi pubblici di tollerare eventuali richieste aggiuntive sulle loro risorse che potrebbero essere richieste;
3) la riforma del quadro normativo messo in atto per affrontare il gioco illegale. Infatti, nonostante la legalizzazione attuata dalla Legge di Stabilità del 2015 e l'azione più intensa contro l'attività illegale intrapresa negli ultimi mesi dalle autorità italiane, il mercato illegale continua a prosperare e rappresenta quindi una difficoltà aggiuntiva per gli operatori legali.
Accettando la mancata attuazione del quadro per le riforme fiscali, i tre obiettivi di cui sopra e, in ogni caso, le linee guida sommarie per la sopravvivenza dell'intero settore dei giochi e delle scommesse, devono ancora essere attuati e raggiunti. Qui, il documento di pianificazione dell'ADM indica tre approcci alternativi:
1) riaprire il termine per l'attuazione del quadro per la riforma fiscale;
2) formalizzare in un regolamento il decreto attuativo di cui all'art. 14;
3) sviluppare un pacchetto limitato di regolamenti da includere nel progetto di legge di stabilità, al fine di recuperare risorse finanziarie dal settore.
Sul primo punto, non sembra esserci spazio per "riaprire" una scadenza che è stata da tempo approvata. La seconda proposta progettuale, essendo la possibile formalizzazione del decreto abilitante come regolamento primario, sembra essere più fattibile. Tuttavia, è necessario molto tempo per approvare un regolamento di queste dimensioni, che implichi la convergenza di molteplici interessi, e considerando le attuali difficoltà incontrate nell'ottenere l'approvazione parlamentare dei regolamenti, è improbabile che questa legislatura sia in grado di trasformare l'attuale progetto in un regolamento. A questo punto dobbiamo considerare la terza e ultima alternativa, che in ogni caso non esclude la seconda, essendo inclusa nella Legge di Stabilità 2016 - ricordando che la natura di questa legge esclude le linee guida di pianificazione e include solo quelle associate ai conti della Stato - di alcune indicazioni sui bandi di gara futuri (scommesse e bingo) che non possono essere più differiti. Per la sopravvivenza del sistema, è ovviamente necessario includere istruzioni progettate per risolvere e/o attenuare il conflitto tra lo Stato e le amministrazioni territoriali, dal momento che la continuazione comprometterebbe completamente sia gli sforzi di budgeting che gli investimenti effettuati dagli operatori di gioco in Italia. Le seguenti indicazioni su questo, incluse nel documento ADM, sono degne di supporto; leggono "i regolamenti regionali e municipali che escludono effettivamente il gioco pubblico legale dovrebbero essere" rivisti "a partire da un dialogo politico con l'ANCI e la Conferenza unificata, il cui ambito può essere deciso in riferimento ai [...] punti:
- riduzione graduale del numero di macchine da gioco situate nei bar e in luoghi simili (accesso gratuito);
- obbligo di certificare locali (negozi di scommesse, sale da bingo, sale VLT) [...];
- obbligo per gli operatori di gioco legali di frequentare sessioni di formazione periodiche;
- rendere disponibili risorse finanziarie aggiuntive ai comuni [...]. "
Indubbiamente, questi sono tutti aspetti significativi. In tema di formazione periodica, lo scrittore ritiene che gli operatori del "miglio finale" debbano essere certificati per dare certezza e solidità alla rete legale, pur rappresentando una qualifica professionale dignitosa e utilizzabile. Sul punto finale, le risorse finanziarie addizionali menzionate potrebbero comprendere il trasferimento ai comuni delle ammende inflitte agli operatori illegali. Oltre ad aiutare le loro finanze, ciò contribuirebbe anche a ridurre l'offerta e controllare il territorio e il comportamento criminale. Questa è una possibile soluzione a un vicolo cieco che potrebbe altrimenti spazzare via l'intero settore del gioco legale.