Avv. Stefano Sbordoni (segretario generale Unione Totoricevitori Italiani Sportivi): “Sospendere la normativa comunale e regionale”
Per U.t.i.s., a nome del suo segretario generale avv. Stefano Sbordoni, per fronteggiare le pesanti conseguenze economiche nel settore gioco e scommesse derivanti dall'emergenza Covid 19, è quanto mai necessario un confronto con il Governo sulle riaperture
Il settore gioco è sceso nuovamente in piazza. Giovedì 18 scorso si è svolta a Roma e Milano, ovviamente secondo le modalità di sicurezza previste dalla normativa emergenziale vigente, una manifestazione unitaria del gioco pubblico promossa dall'Associazione temporanea di imprese Gioco Lecito con il supporto di 250 aziende del comparto e di decine di associazioni. L'obiettivo era quello di sensibilizzare ancora una volta le Istituzioni e l’opinione pubblica sul grave stato di difficoltà in cui versano oltre 150.000 lavoratori colpiti dalla prolungata sospensione delle attività del settore dei giochi di Stato per effetto dei Dpcm anti-Covid e dalla assoluta incertezza sulla data di ripresa. Tra le asociazioni, U.t.i.s.-Unione Totoricevitori Italiani Sportivi ha partecipato sia come membro di Giocare Italia che in proprio con suoi rappresentanti a Milano e a Roma. L' avvocato Stefano Sbordoni, segretario generale di U.t.i.s., ha auspicato che il Governo finalmente possa dare il suo assenso ad un progetto da tempo invocato, ossia la formalizzazione della 'patente dell'operatore di gioco', con un riconoscimento ufficiale concretato da un vero e proprio attestato come quello rilasciato ai tabaccai tramite un percorso di verifica di certe condizioni. "Solo chi lo consegue", ha puntualizzato l'avv. Sbordoni, "potrà svolgere tale attività". Del resto, l'avv. Sbordoni ha rimarcato ancora una volta che "il gioco deve essere riconosciuto come 'servizio pubblico necessario', perchè, come sappiamo, e lo dicono tutti in tutto l'arco parlamentare, è un baluardo di legalità". "Sappiamo bene" ha proseguito l'avv. Sbordoni, "che il volume di gioco è 'quello' e non può essere ridotto e compresso e che se non viene gestito da qualcuno viene gestito da 'qualcun altro'. Ci può essere qualche oscillazione legata al numero degli abitanti o al reddito medio in una zona ma il volume è sostanziamente quello. Dato che si tratta di un presidio di legalita, il gioco deve essere ritenuto un servizio pubblico necessario". L'avv. Sbordoni ha concluso ribadendo la necessità ed improrogabilità di questo riconoscimento "insieme alla riforma del settore, che dia questo tipo di garanzie, con la sospensiva delle normative comunali e regionali a macchia di leopardo che hanno solo un effetto distruttivo, atto ancora più necessario non appena le condizioni sanitarie permetteranno di riprendere a lavorare dignitosamente".