"Attività di gioco chiuse per motivi ideologici, ma gli interessi degli operatori del gioco sono gli stessi dello Stato"
Così Stefano Sbordoni, avvocato cassazionista esperto del settore giochi e scommesse e, tra l'altro, membro del Comitato Presidenza GiocareItalia nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici
Non usa mezzi termini l'avv. Stefano Sbordoni nel corso della diretta con il direttore di Agimeg Fabio Felici. Secondo il legale, noto esperto nel settore giochi e scommesse e membro del Comitato di Presidenza della Confederazione GiocareItalia, "il settore riaprirà dopo le festività natalizie", sebbene soprattutto i recenti provvedimenti nei confronti del settore per fronteggiare l'emergenza Covid19 hanno portato ad essere pessimisti oltre forse il sostenibile in quanto essi "sono mossi da una motivazione prettamente ideologica che ha colpito il gioco". Tuttavia, prosegue l'avv. Sbordoni, "l'attività di gioco fa parte di un paniere di attività che nell'insieme danno il metro del vivere insieme e dello star bene, questo paniere va conservato e non smembrato. Nella riduzione di occasioni di circolazione, motivo per cui il settore è chiuso, forse andrebbe valutato di mantenerlo a regime ridotto, così come tutte le attività commerciali". Per il noto legale, del resto, "Il diritto ad essere trattati equamente è una cosa su cui non si può non lottare, questa è la principale fonte di disagio e di malcontento del settore. Se le sale dovessero essere chiuse per contribuire al bene di tutti, saremmo d'accordo, mentre invece vengono sacrificate solamente per motivi ideologici". Alla domanda se sia possibile prevedere di destinare parte dei soldi del gioco ai Comuni, evitando così ordinanze restrittive nei confronti delle attività del settore, l'avv. Sbordoni ha risposto che "Potrebbe essere un beneficio coinvolgere gli enti locali nell'attribuzione e contabilizzazione dei proventi di gioco, ma per fare ciò serve passare da una norma primaria", mentre sull'importanza del comparto per le casse erariali non ha dubbi: "L'insieme dell'attività dell'ADM vale 70 miliardi di euro di raccolta erariale, quindi 11 miliardi del gioco sono una parte importante. Per questo motivo mi aspetto un coinvolgimento delle associazioni da parte dell'Agenzia a livello interlocutorio, non mi sembra si voglia fare qualcosa di contrario agli interessi del settore, che sono poi gli stessi interessi dello Stato. Il nostro coinvolgimento nei provvedimenti potrà essere di aiuto e di indirizzo corretto verso un andamento sereno del settore, per disinnescare l'aspetto ideologico che penalizza il comparto"