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Tra color che son sospesi

Lo scorso 25 febbraio sono iniziate le audizioni programmate dal comitato sulle infiltrazioni nel gioco lecito e illecito attivo nell’ambito della commissione Antimafia. I lavori del comitato sono in dirittura d’arrivo. Il programma prevedeva l’audizione di esperti, forze dell’ordine, il procuratore nazionale, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

L’obiettivo del comitato è quello di dare supporto al Parlamento nella redazione di un progetto di riforma che assicuri la legalità. I lavori, iniziati per l’appunto, lo scorso 25 febbraio u.s., si sono aperti con un sociologo ed un giornalista, che avrebbero dovuto fornire un quadro complessivo della criticità del sistema. I due sono entrati nel merito delle inchieste sul gioco che hanno condotto, mettendo in luce il fatto che le organizzazioni criminali tendono a costituire delle joint venture tra loro per operare nel settore del gioco illegale.

Seguiva poi in data 10 marzo l’audizione del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia. L’incontro, ad avviso dei partecipanti, è stato davvero utile per raccogliere indicazioni sulle modalità con cui le organizzazioni criminali si sarebbero insediate all’interno della filiera del gioco lecito in Italia. Il sostituto procuratore ha evidenziato la capacità da parte delle organizzazioni criminali di sapersi adattare con estrema abilità e scaltrezza alle modifiche normative, che il Legislatore nel corso dell’ultimo decennio ha elaborato contro le infiltrazioni di origine malavitosa di stampo mafioso e non solo. Alla capacità di adattamento da parte delle associazioni malavitose risponde però l’altrettanto valida capacità delle direzioni distrettuali di saper risalire lungo la filiera, fino a chi gestisce traffici illegali magari costituendo organizzazioni all’estero per gestire i server online.

Nel corso delle audizioni sono state citate quattro indagini delle Direzioni distrettuali, a Milano, Napoli, Reggio Calabria e Roma, emblematiche della capacità che le forze dell’ordine e la magistratura hanno di identificare il gioco illegale. Le Direzioni distrettuali hanno rilevato altresì il legame sempre più forte tra le organizzazioni criminali e gli esponenti dell’imprenditoria privata e locale. Seguivano altre audizioni nel corso delle quali erano poste in rilievo le criticità del settore anche di natura squisitamente tecnica.

Venivano infine ascoltati, in data 14 aprile i rappresentanti del settore, che con una approfondita memoria presentavano una serie di proposte, riguardanti ad esempio l’innalzamento dei criteri per l’iscrizione all’albo degli operatori, o anche l’inasprimento delle pene per coloro che operano nel settore in maniera illegale.

Al di là della valutazioni di merito sulle singole proposte, il dato è che si è dovuto attendere il 14 aprile – quasi due mesi dopo l’inizio delle audizioni – perché davanti alla Commissione arrivassero delle PROPOSTE per rendere più sicura e competitiva l’industria sana dei giochi. Sempre in data 14 aprile a prendere parte alle audizioni c’era anche l’Associazione nazionale comuni italiani.

L’ANCI, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni a latere, avrebbe illustrato i contenuti delle proposte che saranno formulate in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali, da un lato sul tema delle distanze tra i luoghi sensibili e quelli di gioco, dall’altro sulla revisione delle competenze in materia autorizzatoria. La loro proposta è che siano lasciati ai Comuni i compiti di pianificazione urbanistica e che sia rimesso alle questure quello invece di rilasciare le autorizzazioni, cambiando anche le procedure per il rilascio della Scia. Questa soluzione darebbe vita ad una nuova licenza ex art. 88 TULPS, composta da elementi di natura soggettiva, in capo all’operatore che andrebbe a richiedere la licenza, ed altri di natura squisitamente oggettiva connessi al territorio e legati alla vicinanza ai veri luoghi sensibili.

Invero in questi anni a seguito della politica condotta dal governo del territorio a danno dell’industria legale del gioco, le Questure sono state influenzate dalle varie leggi regionali e regolamenti comunali. Sebbene i ruoli degli enti territoriali e delle Questure siano nettamente distinti, a più riprese il Ministero degli Interni è dovuto intervenire ricordando alle Questure che non dovevano minimamente farsi influenzare dai dicta regionali e comunali.

Assente illustre alle audizioni, e forse non giustificata, era la Conferenza Stato Regioni, che avrebbe dovuto prendervi parte essendo stata investita dalla Legge di Stabilità 2016 a trovare una soluzione.

Riguardo alle altre assenze, si rammenta che dovevano essere convocate anche le categorie che rappresentano gli esercenti, il c.d. ultimo miglio. Chi meglio di loro infatti, che vive quotidianamente il settore, avrebbe potuto dare un contributo alla Commissione? Altra occasione mancata. Ma si sa, oramai che in questo paese anche per chi deve partecipare alle audizioni è necessaria una buona parola…

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