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Non è morto, forse respira. Enada 2016

Dopo un po’ di letargo e di fiere “Enada” desolate, tra i corridoi e gli stand di ENADA 2016 finalmente si sono percepiti segnali di vita del mercato del gioco; le prime avvisaglie della primavera (forse) coinvolgono anche il gambling italiano. Come l’araba fenice il settore del gioco nostrano rinasce dalle proprie ceneri. In passato, infatti, la rete terrestre è stata oggetto di troppi soprusi.

Primo la convivenza con reti parallele, quelle fatte da chi invocando principi giuridici, ispirati anche al diritto della Comunità Europea ma non interpretati correttamente, e forse semplicemente fraintesi, ha creato “strani fenomeni” all’italiana (non sono presenti infatti le reti dei CED e dei CTD in altri Stati membri. Un tentativo in Francia ha portato immediate misure cautelari a carico degli amministratori).

L’altro aspetto, che in qualche modo ha contribuito alla crisi del settore, si può individuare nelle politiche vessatorie condotte dal governo del territorio. Con incessanti campagne contro il settore del gioco, senza alcuna distinzione tra la rete pubblica legale e quella illegale, i sindaci ed i governatori delle Regioni hanno caratterizzato le loro politiche emanando regolamenti (nel caso dei Comuni) e leggi (nel caso delle Regioni) palesemente vessatorie, con l’unico effetto di distruggere l’industria sana del settore, sulla quale il ns esecutivo malgrado tutto continua a programmare all’interno delle Leggi di Stabilità le entrate del ns paese.

La Legge di Stabilità 2016 con la previsione di ben tre bandi di gara rappresenta dunque il primo rilancio del settore del gambling italiano. Un punto fermo dell’intero assetto è il modello sistema concessorio, che -malgrado tutto – viene riproposto in tutte e tre le gare (gara terrestre, on line e bingo). In passato infatti, temendo l’effetto delle pronunce sibilline della Corte di Giustizia Europea, era stata avanzata l’ipotesi di abrogare l’articolo 88 TULPS, passando da un regime concessorio ad un regime autorizzatorio. Per fortuna lo tzunami non c’è stato. Oggi quindi si può ben sostenere che il sistema concessorio italiano, forse complici anche i condoni degli ultimi due anni, è definitivamente il modello da sostenere e perseguire. Il nuovo modello concessorio per il settore terrestre delle scommesse – sul piano squisitamente tecnico amministrativo – potrebbe nascere da un mix tra i principi individuati nel bando c.d. Bersani, sicuramente il più innovativo bando di gara dell’ultimo ventennio, e quello c.d. Monti. Il bando da ultimo citato ha infatti il merito di aver unificato i prodotti ippici, sportivi e su eventi diversi, dando respiro agli operatori che pur credendo ancora nell’ippica vera, non quella virtuale, non avevano più la duplicazione delle spese.

Sotto altro profilo il nuovo bando previsto nella Stabilità 2016, riprenderà il modello del bando Bersani, con la convivenza tra corner e negozi. Sarà interessante comprendere come gli addetti ai lavori individueranno i criteri per assegnare i 1000 corner, destinati ex lege agli esercizi dove attività prevalente è la somministrazione. Da una prima analisi della normativa, ed in attesa dell’interpretazione della legge statale che dovrebbe trovare forma nell’emanando bando di gara, la disposizione relativa alla destinazione dei 1000 punti sembra piuttosto restrittiva. Il bando comunque si farà, nonostante chi governa il nostro Paese dovrebbe mettere a bilancio non solo i numeri ma anche il patto tra Stato e Regioni, senza il quale la rete rischia di saltare, non essendoci le condizioni per sostenere l’attuale. Da ultimo il nuovo bando di gara dovrà perseguire lo scopo di alzare una solida diga tra operatori legali e illegali, utilizzando anche le forze messe a disposizione dagli enti territoriali, che è giusto che inizino a fare la guerra contro gli operatori illegali e non indiscriminatamente contro tutto il settore.

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