Parola d’ordine: Rinnovamento
“E’ nei nostri momenti più bui che dobbiamo concentrarci per vedere la luce” sosteneva Aristotele Onassis. Viviamo un tempo difficile dove la crisi economica con i suoi effetti collaterali riesce a farci cambiare usi e costumi.
Stiamo vivendo il medioevo del nuovo millennio, sperando proprio che duri di meno, e nella convinzione che dopo ci sia un rinascimento. Ma per garantircelo nel settore del gioco pubblico autorizzato legale e legittimo, serve una forte volontà, coesione, concentrazione ed unità d’intenti. Si spera sotto l’egida di ADM – già AAMS – di poter assistere ad una nuova era del settore, ma dati i tempi bui la prima cosa da fare è affiancare il timone con un faro, altrimenti si naviga a vista. E qui possono giocare un ruolo non indifferente le associazioni di categoria, che se coese ed in collaborazione, possono contraddire in maniera sana e produttiva con le istituzioni.
Negli ultimi anni, a causa di inutili guerre civili tra i troppo appalesati mentori delle stesse associazioni, non si è potuto fare fronte comune neppure nei confronti dei c.d. CTD, che invece sempre coesi ed uniti, proclamandosi vittime del sistema e paladini della giustizia, sono ancora lì vivi e vegeti.. Ed è così che gli “anticoncessionari” sono diventati i padroni del mercato, potendo offrire già da tempo prodotti (si pensi alle c.d. scommesse virtuali) che gli operatori legittimi sperano di poter avviare, burocrazia permettendo, entro il prossimo luglio! E se il mercato delle scommesse virtuali, nel quale i concessionari confidano per un rilancio della raccolta di gioco, è già nelle mani dei CTD, per lanciarle con profitto e non renderle perdenti ab initio, le scommesse virtuali degli operatori di gioco titolari di concessioni rilasciate da ADM dovranno essere migliori e più competitive delle altre. Le scommesse virtuali sono una delle tante questioni in sospeso che, se ben gestite, potrebbero garantire la ripresa del settore. La ricetta è dunque l’unità di intenti, lasciando da parte inutili protagonismi. Se le associazioni del settore avessero adottato questa politica anni fa, oggi non dovremmo assistere ad interpretazioni difformi e distorte delle sentenze della Corte di Giustizia ( caso Gambelli, caso Placanica e da ultimo caso Cifone).
Una vera rappresentanza di tutti gli attori della filiera, di tutte le tipologie di gioco dalle scommesse ai giochi di abilità, sia on line che terrestre, dal bingo agli apparecchi da intrattenimento, inclusi di certo i gestori che costituiscono l’ultima frontiera dell’intero settore, quella più importante perché presente sul territorio, che deve e dovra’ combattere quotidianamente contro ogni forma di illegalita’, e’ auspicabile e imprescindibile. Le indicazioni dal territorio sono importanti e preziose, questo era il senso della concessione e la responsabilizzazione del concessionario espletata attraverso il radicamento a terra. Recuperiamo la funzione originaria al di la dei meri calcoli di convenienza che troppo spesso sono contingenti e di respiro corto. E’ proprio nei momenti più bui che dobbiamo concentrarci e vedere la luce, che si potrebbe concretizzare anche in un piano comune d’attacco contro la raccolta illegale di gioco, che non si limiti soltanto al fenomeno dei CTD. Un dialogo diretto, sano e costruttivo, con tutte le istituzioni del settore; quindi non solo l’Amministrazione, ma anche le forze di polizia (Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri) che si trovano a fare controlli spesso senza gli strumenti e la sensibilità per qualificare la legittimità o meno dell’attività dell’esercizio commerciale che è oggetto delle indagini. Altro contraddittore naturale, parte integrante di questo tavolo esteso ed allargato, saranno anche gli enti locali, e soprattutto i Comuni, che a seguito dell’applicazione del c.d. decreto Balduzzi e delle campagne diffamatorie nei confronti degli operatori di gioco, stanno adottando regolamenti che potrebbe nuocere a tutti, compresi loro stessi.
Una rinnovata partecipazione di tutti gli operatori del settore, con interlocuzione unitaria e diretta con tutte le Istituzioni interessate anche a livello internazionale, non potrebbe che costituire un bene per il nostro settore, che rischia – al di la dei luoghi comuni – di essere stravolto dalla crisi.
L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale “TS”