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Obiettivo armonizzazione

La scorsa settimana si è tenuto a Milano l’EIG (EUROPEAN INTERNET GAMING), grande fiera del gioco on line dove i massimi esperti del gaming, operatori e regolatori, si sono incontrati per confrontarsi su tutti i temi che occupano e preoccupano il settore.

La fiera, storicamente marcata dai c.d. transfrontalieri, si è evoluta  negli ultimi tre anni, richiamando l’attenzione e la partecipazione di regolatori ed istituzioni di ogni dove. Ma il vero segnale importante sottolineato all’apertura dei lavori, è che per la prima volta l’EIG si tiene a Milano; dato questo che rivela l’importanza che il settore dei giochi e delle scommesse italiano, sebbene criticato quotidianamente anche in sede giudiziale, riveste per tutti gli altri Paesi. Circostanza questa più volte evidenziata nel corso del convegno, dove si è discusso inoltre della possibilità di armonizzare le regolamentazioni nazionali sul gioco online tra i vari Stati membri dell’Unione, traguardo oggi che appare difficile da raggiungere per via delle diverse posizioni di ciascun paese. Sulla via di una apertura dei mercati interni del gioco controllata, e regolata dal cosiddetto licencing system, alcuni stati membri hanno intrapreso percorsi simili, si pensi ad esempio all’Italia ed alla Francia, ed ora anche Danimarca e Spagna.

Ma sebbene riguardo all’ipotesi di standard di regolamentazione comunitaria con basi comuni che possano garantire un’integrale omogeneizzazione del settore, gli enti regolatori dei singoli Paesi europei concordino, sono al contempo consapevoli del fatto che il processo sarà molto lungo. Nel corso della riunione dello scorso giugno, a cui hanno partecipato i rappresentanti degli enti regolatori dei vari Paesi europei, si è comunque evidenziato quanto sia difficile trovare una base comune. Conclusione questa che hanno condiviso tutti i partecipanti al tavolo di EIG dedicato all’armonizzazione europea. Secondo il regolatore spagnolo infatti la standardizzazione non può essere imposta agli Stati membri, non al momento. Ogni singola questione apparentemente condivisibile è collegata ad altre che non lo sono: ad esempio ben venga una liquidità internazionale ma prima si deve raggiungere un’intesa sulla tassazione da applicare. Stesso discorso per  il  mutuo riconoscimento dei sistemi operativi, ma solo quando si possa avere la certezza (istituzionale) che i controlli effettuati negli altri Stati membri siano validi. Questo passaggio merita una riflessione: non si può prospettare un’unitarietà nel modello prima che i vari Stati membri abbiano fatto le proprie esperienze a livello locale ed abbiamo collaudato i propri sistemi interni. Sarà quindi necessario avere pazienza, considerato poi che alcuni Stati chiave a livello UE, si pensi alla Germania (dove il Lander dello Schwlesig-Holstein ha varato una regolamentazione “aperta” in contrasto con tutti gli altri 15 Lander), sono in pieno dibattito interno.

Secondo il rappresentante Italiano sarà un’evoluzione naturale allorquando gli Stati membri comprenderanno che traggono maggiori benefici dal creare una base comune che dalla situazione attuale. Per il momento bisogna aggiustare il tiro dei modelli che sono in c.d. fase di collaudo. Ed infatti oggetto di molte critiche, nel corso del meeting milanese, è stato il modello di tassazione proposto dalla Francia. Secondo il regolatore d’oltralpe essendo il mercato francese aperto soltanto da un anno, è normale che debbano essere fatti dei cambiamenti, che comportano la necessità di procedere ad una rivisitazione della norma primaria. La decisione spetta quindi al governo ed al legislatore, perché l’ente regolatore francese si può limitare a fornire i dati ed a fare da suggeritore. Accade dunque che operatori importanti del settore stiano alla finestra  prima di acquisire la licenza on line francese, nell’attesa di segnali di rivisitazione della normativa dal governo di Parigi, che a Novembre con il varo della  nuova manovra fiscale e finanziaria, potrebbe intervenire sul sistema impositivo, coinvolgendo anche i giochi. Lo sviluppo dei nuovi canali di gaming, come il mobile-gaming anche via sms, che vanno regolamentati, accelererà di certo il processo di valutazione della legalità di tali mezzi all’interno della UE. Certo negli Stati membri i work in progress sono attivi quanto mai. In Spagna c’è un nuovo scenario per l’iGaming, una nuova autorità competente, lo Stato federale, prima assente, e un nuovo corpo competente, l’NGC. Lo scopo del governo spagnolo è quello di mantenere il monopolio dello Stato pur creando specifiche regole per ciascun settore dell’iGaming. Le nuove licenze saranno oggetto di bandi pubblici, con prospettato inizio delle attività  per gli operatori a partire dal Gennaio 2012.

L’articolo è stato pubblicato sul giornale bisettimanale ”TS”

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